
Non potevo non parlarvi, approfittando della nuova riedizione deluxe, di 20th Century Boys dell’immenso maestro Naoki Urasawa, edito da Panini Comics ovviamente sotto l’etichetta Planet Manga.
Un robot, un’organizzazione malvagia, degli eroi che la combattono, gli alieni, un terribile virus… un gruppo di bambini che dalla loro base segreta sognavano un futuro in cui salvavano il mondo da una terribile minaccia. Chi l’avrebbe detto che il quaderno in cui scrivevano e disegnavano le loro idee sarebbe diventato la nuova Bibbia?
Sono passati parecchi anni, ormai tutti sono cresciuti, quando alcuni eventi mettono in moto il lento meccanismo della memoria che li costringerà a ricordare i giorni della loro infanzia, la chiave per capire la minaccia che a breve avrebbe colpito l’intera umanità. Qualcuno sta cercando di realizzare il loro gioco, e ci riuscirà, a meno che loro non riescano a fermarlo.
Intrighi, politica, amicizia, speranza e coraggio… ecco gli elementi che potrete trovare in questo intelligente e geniale manga.
“Credevo che qualcosa sarebbe cambiato.”
Nonostante la sinossi che avete appena letto vorrei parlarvi di 20th Century Boys da una prospettiva diversa. Questa prevede un bivio. Il classico archetipo in cui, ad un certo punto, la strada si divide in due.
Da una parte la biforcazione che porta diritto nei Campi Elisi, costellati da un oceano di grano dorato, sole che accarezza la pelle e gli uccellini che cantano melodie da fare invidia ai tenori di ogni sorta. Saprete che niente e nessuno potrà farvi del male. E dunque spiegare l’opera in questione risulterebbe semplice: un gruppo di amici d’infanzia si riunisce dopo trent’anni per sventare i piani di una setta capitanata da un misterioso personaggio, piani che sembrano seguire passo per passo un libro di profezie che avevano scritto da bambini, per gioco.
L’altra strada, e dunque la seconda scelta, porta dritti alla “bocca dell’inferno”. Una via tortuosa e piena di pericoli e rompicapi ma, se affrontata diligentemente, sarà quella più completa, quella che vi dara la possibilità di comprendere seriamente. E dunque: 20th Century Boys è una storia di crescita, avventura e mistero.
“Piantiamo anche noi la nostra bandiera sulla luna.”
Non manca ovviamente un’intrigante meccanismo narrativo basato sul sapiente incastro di flashback e flashforward. Il lettore, infatti, viene trascinato nella storia di peso, un balzo temporale dopo l’altro, avanti e indietro, partendo dal Giappone del 1969 fino ad arrivare a quello degli agli anni Novanta e poi Duemila.
Quale via scegliere dipenderà solo da voi. Sappiate che qui, in questa rassegna, eviterò di scadere sul banale, poiché superfluo. In quanto predestinato sin da piccolo Urasawa non ha bisogno di ghirigori. Qui proverò a darvi solo un piccolo accenno della magnificenza della dell’opera.
Il contesto di 20th Century Boys, attraverso uno sguardo più ampio, risulta essere come un dipinto perfetto. Una raffigurazione, aspetti più fantasiosi a parte, del Giappone del dopoguerra. Iniziando da quella rinnovata voglia di ricominciare, di sognare e pensare ad un futuro migliore degli anni ’60 e ’70, fino ad arrivare ai più cupi degli ultimi 40 anni che, come la spada di Damocle, preannunciano un futuro difficile.
Ma la cosa straordinaria della suddetta storia non è questo senso perpetuo di “opera magna”, per la serie irraggiungibile e inarrivabile. Nemmeno l’inserimento di spezie e ingredienti pregiati di ogni tipo e sorta. Bensì è il riuscire ad unire tutti questi temi con grande maestria e coerenza, lasciando al lettore il semplice compito di farsi trasportare da un’intrepida corrente. Come un morto a galla con la capacità di fare un Kayaking estremo.
“Riguardo a quel simbolo… mi sono ricordata chi l’ha inventato.”
Di importanza maggiore è l’attenzione e la cura rivolta alla psicologia di ogni singolo personaggio. Questa, infatti, è una vera e propria visione a 360° che lo contempla sotto ogni aspetto della personalità, della psiche e della quotidianità, attraverso l’interfacciarsi in una società cosmopolita sempre più moderna ma dalle profonde radice culturali nipponiche.
Mi sembra anche assurdo parlare dei disegni. Dai su, chi non conosce Urasawa? Ma come proforma posso affermare che il maestro ha raggiunto la sua maturità artistica in 20th Century Boys e Moster. E infatti i disegni iniziali di Urasawa erano assai ispirati allo stile di Tezuka, nel tempo poi si sono sempre più perfezionati e abbelliti diventando quello che sono oggi. L’enfasi data ad ogni movimento, scena o gesto, incanta.
La ricerca smodata di un realismo di stampo cinematografico. I volti dei personaggi sempre carichi di espressività. Come lo ha definito Fusanosuke Natsume, critico del fumetto: Urasawa è da considerare un esponente e un continuatore della ricerca stilistica di Otomo e del fumetto realistico, che usa le vignette come fotogrammi di pellicola.
“Friends say it’s fine, friends say it’s good, Ev’rybody says it’s just like rock’n’roll…”
Non perde mai un colpo. Non cede di un passo, non abbandona mai l’assurdo contrapponendolo col realismo. E proprio con 20th Century Boys troverete la prova definitiva. Quella che vi farà rendere conto della capacità di mescolare varie ambientazioni utilizzando uno stampo da regia cinematografica.
È giusto ricordare che per Monster e 20th Century Boys il maestro ha ricevuto numerosi premi, tre volte lo Shogakukan Manga Award, due volte il Japan Media Arts Festival, due volte il Tezuka Osamu Cultural Prize, una volta il Kodansha Manga Award e, nel 2011, anche un Eisner Award. Per quanto riguarda questa Ultimate deluxe edition sarà suddivisa in 11 prestigiosi e ben curati volumi.
In conclusione, 20th Century Boys è un manga che vi intrigherà e appassionerà, grazie a una trama proiettata verso un mistero che infittisce tutta la situazione ma non solo: i riferimenti musicali e le inquietanti scene fantascientifiche saranno solo la punta di un iceberg che vi investirà con tutta la sua assurda e violenta potenza, a cui non potrete sfuggire, di cui non avrete attimo per concepire. 20th Century Boys, come un po’ tutte le altre opere del maestro, dovrebbero essere obbligatoriamente insegnate a scuola.