
Chiunque si sarà chiesto almeno una volta nella vita cosa vorrebbe se gli venisse concesso un desiderio di realizzare un proprio desiderio, per quanto surreale. Ebbene, i progressi scientifici e le innovazioni tecnologiche portano l’uomo di oggi a chiedersi se un giorno effettivamente sarà possibile compiere questi miracoli e far sì che tutti possano migliorare le proprie condizioni di vita con una semplice frase espressa ad alta voce. Arianna Rosa, nel suo nuovissimo libro Awen. Esprimi il tuo desiderio edito Acheron Books, immagina proprio una società in cui ciò può accadere. L’unica differenza sta nel fatto che, anziché una comunità più giusta e benestante, la pratica dei desideri a pagamento ha reso l’uomo più ipocrita, il divario tra persone benestanti e persone indigenti è ancora più accentuata e i giovani come Antea, la protagonista del libro, devono ricorrere alle pratiche più disperate per sopravvivere.
2036. Sono passati quindici anni da quando la AWEN è entrata nel mercato promettendo la realizzazione di qualunque desiderio. Il paradiso che offrono, però, ha un costo molto caro e il mondo è spaccato a metà tra coloro che possono permetterselo e chi non può, in una realtà divisa tra ricchezze e progresso tecnologico contro povertà, malattie, criminalità e morte. Malata di anemia mediterranea, per sopravvivere al mondo distopico creato dalla AWEN Antea si allea con dei dipendenti della multinazionale per cercare di rubare la macchina che esaudisce i desideri dall’ultimo piano del grattacielo romano dell’azienda. Ma a cosa dovrà rinunciare per sconfiggere la AWEN, che ha occhi dappertutto, e che non farà mai a meno della sua fonte di profitto?
“Non penso affatto di essere speciale. Tutt’altro. Sono forse quanto c’è di più opposto all’essere speciale. È per questo che ho deciso di lanciarmi a capofitto nel vuoto. Per vedere se sono almeno capace di salvarmi da sola.”
La narrazione condotta in prima persona segue il punto di vista di Antea, una ragazza diciannovenne di Roma che, apparentemente, è una normale adolescente: lavora in un cinema, ha una cotta per il cantante SeokJin-ssi e litiga spesso con i suoi genitori.
La vita di Antea, però, non è così consueta come potrebbe sembrare a un primo sguardo. I suoi genitori appartengono all’El, l’associazione che si oppone alla AWEN, l’azienda che nel 2036 offre un servizio abbastanza insolito: vende desideri.
La vendita è attentamente regolata da norme e leggi statali che vietano, per esempio, che una persona possa esprimere più di un desiderio. A questa prima regola fondamentale se ne vanno ad aggiungere anche altre, rappresentate graficamente all’inizio del romanzo con dei colori elettrici e vibranti. I prezzi dei desideri sono vertiginosi e solo chi possiede un consistente patrimonio economico può permettersi questo lusso. Ebbene, la famiglia di Antea non appartiene a quest’ultima categoria di persone. Ecco perché i genitori della protagonista partecipano spesso a proteste contro le azioni dell’azienda e litigano costantemente con Antea per aver accettato di lavorare “per il nemico” , in uno dei cinema che ha sede proprio nel grattacielo della AWEN.
“A chi importa se ho gli anni contati. O i mesi, per quanto ne sappiamo. Basta una sacca di sangue in ritardo, un ordine di farmaci non pervenuto e la mia vita si spegnerebbe come una candela che finisce la cera.”
La ragazza è diversa dalle sue coetanee anche per un’altra ragione: soffre di talassemia, cosa che le procura dei disagi nella vita di tutti i giorni e, per questa ragione, ha non poche difficoltà a riuscire a portare a termine le trasfusioni di sangue di cui necessita. Tutto ciò va ad aggravare la depressione di cui soffre fin dall’inizio del romanzoe che la accompagnerà per tutta la durata del racconto. Questa condizione influenzerà le sue azioni, portandola spesso ad agire di impulso o a paralizzarsi totalmente, senza riuscire a sbloccarsi.
Antea è la protagonista indiscussa del romanzo. L’autrice dà molto spazio alla sua caratterizzazione psicologica e morale e le fa compiere anche scelte per nulla scontate, alcune abbastanza discutibili dal punto di vista etico.
“Carnefice e salvatore allo stesso tempo, in un sarcastico gioco di ruolo del macabro.”
I personaggi secondari più importanti che le gravitano attorno sono Noah e Tommaso. Due figure complementar che compensano uno le mancanze dell’altro. Noah, o “voce di miele” come viene inizialmente soprannominato dalla protagonista, è astuto, furbo, uno stratega nato; riesce in un secondo a trasformarsi da un ventenne ribelle in un samurai in nero ed è il leader della missione. È disposto a sacrificare tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi e non nasconde mai questa sua caratteristica. Tommaso, o “Voce Roca”, è più burbero e asociale di Noah; rappresenta la parte razionale del duo perché cerca spesso di far notare al suo amicoquanto alcune delle sue idee siano pericolose. Ha una deformità fisica e ciò fa sì che venga spesso allontanato dai colleghi e che trovi una parvenza di serenità solo in compagnia di Noah e Antea.
Tutto il romanzo si basa sui dualismi. Si sviluppano varie dicotomie, partendo dal contrasto più evidente ovvero il progetto della AWEN, che potrebbe sembrare il modo ideale per risolvere tutti i problemi mondiali ma che in realtà non fa altro che aggravare ulteriormente le ingiustizie sociali. È vero che la El si oppone alla AWEN perché vuole scagliarsi contro le disuguaglianze causate dall’azienda ma allo stesso tempo ricorre alla violenza causando anche delle vittime; Antea vorrebbe migliorare la società in cui vive ma, contemporaneamente, tutte le azioni che compie le fanno perseguire i propri fini individualistici e, a volte, non si fa scrupoli a rovinare la vita ad altre persone per raggiungere i suoi obiettivi; Anche Noah e Tommaso agiscono allo stesso modo, mettono il proprio bene prima di quello della collettività.
“Sono senza lavoro, senza soldi e adesso anche senza sangue. E chissà per quanto. Che cavolo campo a fare? Che senso ha sbattermi per uscire da questo labirinto se a ogni svolta mi si para davanti un mostro sempre più invalicabile?”
Insomma, i personaggi che si ribellano contro il sistema sono i primi a replicare gli atteggiamenti egoistici e prepotenti messi in atto dall’élite. Questo rende il romanzo estremamente realistico e l’autrice non si crea problemi a descrivere la realtà nel modo più crudo e vero possibile. Quest’ultima è la ragione per cui il libro si rivela una dura critica sociale, che potrebbe essere rivolta anche alla nostra stessa società.
Lo stile è molto moderno e giovanile e replica alla perfezione la forma mentis di una ragazza diciannovenne. L’uso di frasi interrogative è molto frequente poiché serve ad accentuare la fase di incertezza e dispersione che Antea sta vivendo. Questa caratteristica stilistica fa sì che il lettore si senta più in sintonia con la protagonista e la capisca; è più facile perdonare le decisioni impulsive e sbagliate prese dalla ragazza quando si conoscono tutti i suoi dubbi e le sue debolezze. La narrazione è dinamica e ricca di dialoghi. L’autrice si sofferma, nei momenti che considera più opportuni, su varie descrizioni dell’ambiente che non potranno non sorprendervi o almeno incuriosirvi, dato che gli spazi che vengono descritti sono molto futuristici e tecnologici.
“Non pensi che il mondo sarebbe un posto migliore se fosse la conoscenza a fare la differenza piuttosto che i soldi?”
Insomma, se siete alla ricerca di un libro che mescoli un worldbuilding orwelliano dalle solide basi marxiste ed hegeliane con dei scenari alla “Mission: Impossible” ma che abbia allo stesso tempo una sfumatura giovanile tendente verso lo young adult, allora questo è sicuramente il libro che fa per voi.