Codex Innsmouth – Recensione

La Lega degli Straordinari Gentlemen incontra le mostruose mitologie lovecraftiane in Codex Innsmouth. Originariamente edita da Dunwich Edizioni, l’opera di Uberto Ceretoli fa il suo ritorno, riveduta e ampliata, sotto l’egida della Delrai Edizioni, assieme al racconto Codename: Nokken. Due al prezzo di uno, ma non è l’unico motivo per cui valga la pena dare una possibilità all’egregio lavoro svolto da Ceretoli.

È il 1881 e sembrano accadere cose strane ad Innsmouth, una cittadina semideserta ubicata nella Valle del Manuxet, in Massachusetts. Dopo aver perso le tracce degli agenti Heinderf e Waterman il Bureau of Investigation, un ente segreto governativo, decide d’inviare quattro individui d’eccezione per far luce sulla vicenda.
Bisonte Seduto, Buffalo Bill, Whipple Van Buren Phillips ed Annie Oakley si imbarcano così in quello che potrebbe rivelarsi un viaggio senza ritorno. Perché ciò che troveranno ad Innsmouth metterà alla prova non solo le loro abilità, ma anche la loro sanità. Potranno l’acciaio, il vapore e la magia dei nativi avere ragione delle minacce provenienti dagli abissi e dal gelo siderale del cosmo?

<<Questa è la prova che gli incubi del signor Allen sono reali: gli abitanti di Innsmouth sono i mostri contro i quali combatté la tua gente, algonchino. Non torneremo vivi.>>

Le opere di Lovecraft rappresentano una fonte inesauribile d’ispirazione per la cultura popolare, ma in pochi sono riusciti a esprimere la pericolosità e la portata delle sue creazioni con tanta efficacia come invece ha fatto Ceretoli.

Dopo un primo capitolo dal sapore di Neonomicon, che serve per preparare i lettori a quello che sarà il mood delle vicende, la narrazione si assesta per qualche capitolo, di modo da presentare i protagonisti e alcuni comprimari. Sembra l’inizio di una caper story con un cast d’eccezione composto da figure storiche, la cui individuazione farà senz’altro impazzire gli appassionati di Alan Moore o dell’universo multimediale di Fate.

Tali capitoli non spezzano affatto il ritmo narrativo, al contrario permettono all’autore di mostrare e raccontare, anche se in minima parte, il mondo ucronico nel quale ha deciso di ambientare le vicende. Servono anche per far interagire i protagonisti tra di loro, farli conoscere e svelare gradualmente i loro caratteri.

La squadra mandata ad indagare ad Innsmouth vanta, infatti, un’ottima caratterizzazione, soprattutto nel caso di Bisonte Seduto, il personaggio che riesce, sorprendentemente, a tenere unito il gruppo. Il suo carattere, mite ma fiero, le sue parole di saggezza, il retaggio culturale che si porta dietro, sono capaci di influenzare tanto Buffalo Bill, che prova per il nativo soggezione e un grande rispetto, quanto la formidabile pistolera Annie Oakley, alla quale lo legherà una sorta di affetto. Meno influenzato sarà Whipple Van Buren Philips, un personaggio più grigio, pratico e perfettamente inserito nella macchina fanta-politica di Codex Innsmouth.

Dovizia di particolari

L’attesa e i capitoli sopra menzionati ripagheranno la pazienza dei lettori che, forse meno interessati agli elementi di worldbuilding, erano impazienti di entrare nel vivo dell’azione. Una volta giunti ad Innsmouth, infatti, la situazione precipiterà vertiginosamente e molto in fretta, e gli orrori che sono lì in agguato riveleranno tutta la loro potenza.

Ceretoli ha una prosa ricca, uno stile descrittivo che si innesta su un vocabolario ampio e che padroneggia con metodo. Il suo fraseggio non è un mero esercizio di stile, e al contempo non appesantisce la narrazione anche quando deve descrivere scene d’azione o particolarmente cruente. Chi ha il timore di incorrere nella noia o in una prolissità artefatta dovrà infatti ricredersi: l’autore è in grado di descrivere con dovizia di particolari un mezzo in fiamme, una fuga o uno squartamento senza perdere d’intensità e senza spezzare il ritmo.

Gli ultimi capitoli sono horror puro, lovecraftiani all’ennesima potenza, e decisamente non per stomaci deboli. Si è trascinati in un incubo a occhi aperti, capace di condurre alla follia, ma al contempo ci si ritrova incapaci di staccarsi dalle pagine, completamente assorbiti dalle vicende e da una narrazione sempre più incalzante, verso un finale che riempie i cuori di nuovo timore.

<< Siamo alla fine, quindi. Ancora una volta, grazie. Per ogni cosa.>>

Dopo Codex Innsmouth, anche Codename: Nokken dà prova del talento di Ceretoli nel giocare con la storia e le influenze di matrice lovecraftiana, fondendole in un’amalgama al contempo originale e ispiratissimo e riuscendo, in questo caso, a creare un racconto tesissimo che non ha paura di rubare soluzioni narrative persino a Dracula.

Ma leggere le due opere rappresenta solo metà dell’esperienza. Per poter godere appieno dell’opera dall’autore, infatti, bisogna anche esplorare le appendici che fanno da corollario alle vicende. Leggendole è possibile rendersi conto dell’immensa mole di lavoro svolta da Ceretoli, una minuziosa ricerca tanto storica quanto letteraria.

Nelle Appendici è infatti possibile trovare informazioni sui personaggi storici e sul modo in cui l’autore li ha inquadrati, ma anche sui luoghi descritti da Lovecraft, che Ceretoli ha studiato e seguito pedissequamente. È possibile scoprire quanto di inventato e quanto di vero ci sia nella storia, e la quantità impressionante di dettagli e accortezze impiegate.

Codex Innsmouth e Codename: Nokken non sono che i tasselli di un grande universo narrativo, di cui in questo primo volume echeggiano indizi e suggestioni. Ma se questo è l’inizio le aspettative non possono che essere altissime e la speranza è di vedere presto un seguito sugli scaffali.