Distorted – Recensione

Superpoteri uguale supereroi. Un’equazione a cui siamo abituati dalle prime pagine di Superman o dalle ultime parole dello zio Ben al giovane Peter Parker. Insomma, se hai un certo “dono” sarebbe carino metterlo al servizio degli altri per un bene superiore, no? I villain, o supercriminali, di quelle opere sono un effetto collaterale, una presenza necessaria a dimostrare quanto l’uomo – mutante, alieno o milionario – riesca ad essere buono, in fondo.


Tom è un detective privato che, suo malgrado, lavora per un’agenzia governativa che dà la caccia ai cosiddetti “distorted”, cioè esseri umani dotati di super poteri incontrollabili e che, di conseguenza, possono essere considerati un rischio. Persone come James – un ragazzo alle prese con una crisi post-adolescenziale e in conflitto con un mondo che lo vorrebbe diverso – che sceglie di utilizzare i suoi poteri per cambiare la propria vita. O come Mason, un feroce serial killer certo del fatto che mangiare altri distorted gli permetterà di acquisirne i poteri.

Una storia di superpoteri senza supereroi

In Distorted ci sono i superpoteri ma di certo meno supereroi di quanto possiamo immaginare. Anzi, almeno dal primo numero, nessuno pare ambire a tale titolo. I personaggi con doni – identificati come distorted – sono piuttosto egoisti, preferiscono utilizzare le loro innate capacità per i propri scopi, più o meno nobili che siano. Dimenticatevi mantelli, tecnologia da milioni di dollari e tute in spandex da indossare di notte. Al contrario, i distorted sono esseri piuttosto schivi, che farebbero di tutto per non attirare l’attenzione su sé stessi e sui propri poteri.

Salvatore Vivenzio e Gabriele Falzone ci fanno leggere il primo capitolo di una storia corale, dove i protagonisti cercano di sopravvivere in un mondo a loro ostile. I personaggi combattono prima di tutto con la propria natura, motivo per cui vengono cacciati e “collezionati” senza un chiaro motivo. E tra loro troviamo chi utilizza questo potere in modo innocuo e chi se ne serve per placare un istinto violento, bestiale.

Essere diverso non vuol dire essere solo o essere unico

Di anti-eroi o personaggi con superpoteri dalla dubbia morale ne è pieno l’Olimpo dei comics. Dal roster della DC e della Marvel fino ad arrivare a realtà più indipendenti, non è difficile incontrare questo genere di personaggi. Qualunque sia la loro motivazione, è indubbio l’interesse che si prova nei loro confronti. Forse siamo più attratti da queste sfumature rispetto al classico paladino che mette al servizio la propria vita per un ideale di giustizia universale? Il mercato sembra confermare questa ipotesi.

I personaggi di questa storia non conoscono l’origine del proprio potere, ma scoprono a loro spese gli effetti collaterali del suo utilizzo. Morte e distruzione sono spesso le conseguenze dirette di una scoperta che cambierà la vita di alcuni in modo irreversibile. A differenza dei mutanti della Marvel – risulta facile pensare a loro a una prima lettura, ovviamente con tutte le differenze del caso – i distorted sono abbandonati a loro stessi, senza un mentore che li guidi e senza una chiara missione. James cambierà la sua vita servendosi della sua telecinesi per un atto non proprio da supereroe; Mason scopre che le creature come lui sono particolarmente utili, e gustose, per saziare la sua infinita fame.

Nessuno di noi lo ha scelto. Nessuno di noi ha scelto di essere così. Credo che se solo avessimo potuto avremmo scelto di essere normali. Almeno io l’avrei fatto.

Il tono di Distorted è cupo, grezzo. Abbiamo una narrazione asciutta, poche battute ma precise e con un tempismo cinematografico. Ad accompagnare i dialoghi e l’azione ci sono tavole che spaziano da scene violente a momenti in cui si riesce a prendere il fiato. Persino gli amanti dello splatter troveranno tavole per i loro denti. Il ritmo dell’opera è serrato, gli autori non risparmiano il lettore immergendolo in un vortice di eventi inarrestabili. Le storie che prendono vita nelle pagine raggiungono tutte un climax tale che si aspetta la fine.

E proprio per questo si aspetta un seguito di questo primo volume. Salvatore Vivenzio e Gabriele Falzone forniscono tanti spunti, lasciando però moltissime questioni in sospeso. Questioni che, come è facile presupporre, potrebbero lanciare la storia e moltiplicare l’interesse ottenuto con questo primo capitolo. Distorted ha tutte le caratteristiche per rivaleggiare con i comics supereroistici americani sotto diversi punti di vista: concept, narrazione, resa grafica, longevità.

SaldaPress si rivela ancora una volta una casa editrice attenta al panorama fumettistico italiano e internazionale. Non si può fare altro che sperare in altri volumi di Distorded e tifare per questo bellissimo progetto.