Ebrei contro Zombi | Recensione

In coerenza, il pensiero religioso ebraico rifiuta e respinge l’idea che l’umanità si divida in due blocchi, uno governato dal male che si oppone all’alto. Questo dualismo ha diviso e divide, ancor oggi, l’umanità in coloro che ritengono di trovarsi nel bene incrollabile mentre gli altri naufragano nel male irrimediabile. Ciò, inevitabilmente, ha dato luogo a due poli radicalmente contrapposti e quindi due umanità, l’una contro l’altra schierate. Ma se il popolo eletto fosse l’ultima difesa di un mondo ormai al collasso che brulica di redivivi? In questa rassegna, se ancora non fosse chiaro, parliamo di Ebrei contro Zombi, a cura di Lavie Tidhar e Rebecca Levene, edito da Acheron Books.

Otto affermati e pluripremiati scrittori ebrei devono rispondere alla domanda senza tempo che nessuno, finora, ha avuto il coraggio di porre: cosa succede quando il Popolo Eletto incontra il Morto Vivente?

La cultura Ebraica è senza dubbio la matrice che porta con sé un inestimabile patrimonio di conoscenza e saggezza. Un’intellettualità che riesce ad essere moderna ma nel contempo legata fortemente alle sue radici passate. Per quanto riguarda la narrativa di ogni genere, soprattutto, ci ha regalato perle indelebili. Basta citare il nome del padrino della fantascienza per eccellenza: Isaac Asimov.

“Cosa succede quando il popolo eletto incontra il morto vivente?”

Non è da meno Lavie Tidhar, fresco autore israeliano che ha avuto la caparbietà di espandere universalmente la sua formazione ebraica attraverso le sue opere. E con Ebrei contro Zombi abbiamo un’ennesima prova che Lavie è fenomenale. Ma dietro ad un lavoro straordinario non può che esserci anche una donna straordinaria. Infatti in quest’opera c’è l’inestimabile supporto di Rebecca Levene (curatrice nonché autrice di romanzi fantasy).

L’incontro tra i due ha fatto nascere, nello stesso modo, un iniziale progetto che viene riportato nell’incipit del librol’incontro del popolo eletto con il morto vivente. L’idea dei due curatori è chiara: ospitare più autori provenienti da diversi posti e con molteplici stili diversi. Da Benjamin Rosembaum e Daniel Polansky alla sud africana Sara Lotz. Proporre varietà cosmopolita ma di matrice ebrea è la chiave. Se a questo si aggiunge un pizzico di horror e fantasy il risultato è già abbastanza chiaro.

Ma attenzione: con diversità si intende anche l’utilizzo di termini. Infatti con “morto vivente” non si tratta necessariamente dell’ormai bistrattato zombi. Ogni autore utilizzerà – narrativamente parlando – una modalità di più ampio significato ma nel contempo inclusivo. Ovvio che troverete i classici alla Romero, ma tranquilli, non saranno gli unici.

“Certificato 100% Kosher!”

Ogni racconto è a sé e viene arricchito dallo “stampo” dell’autore/autrice. Da un racconto pressoché di formazione a quello più intenso e adrenalinico fino ad arrivare quasi ad un classico romantico in versione più slasher. La congiunzione tra i vari racconti è la coerenza artistica, pur mantenendo ognuno la sua ossatura. Il ritmo di tutte le storie presenti in Ebrei contro Zombi, osando un parallelismo banale, è come un viaggio in discesa senza freni. Non sai mai come finirà.

A fine lettura vi sarà chiara una cosa: Ebrei contro Zombi meriterebbe un’espansione per ogni racconto che custodisce al suo interno, sotto forma di romanzo. Coinvolgenti le storie che, in un modo o nell’altro, lasciano il segno anche ai non appassionati del genere.

Ebrei contro Zombi è un valido scrigno che protegge, da occhi indiscreti, una selezioni di racconti fatti da tempre diverse. Ogni storia conduce il lettore ad un bivio differente, abbattendo il muro della “sola definizione” dando ancora una volta, ed ogni volta, un’esperienza di lettura diversa aumentando il piacere della narrazione.