Fabula – Recensione

fabula

Fabula, scritto da Lorenzo Ghetti e disegnato da Francesco Guarnaccia, è la nuova geniale opera a fumetti pubblicata da Saldapress nella collana Maestro, in uscita in fumetteria il 6 Maggio 2021. Realizzata nell’ambito del progetto europeo ERCcOMICS, che si è occupato di esplorare il potenziale dello storytelling a fumetti per innovare il modo di divulgare la ricerca scientifica, essa si pone sin da subito come qualcosa di più di un semplice fumetto. Prendendo direttamente ispirazione dal progetto Good News di Michael Bronstein, questo divertente volume si fa carico del compito di rendere la scienza alla portata di tutti e affronta il controverso argomento delle fake news.

Nel Regno sta cambiando qualcosa e no, non è la stagione!
Strane notizie passano di bocca in bocca tra gli abitanti del villaggio, nuove dicerie prendono vita e animano la piazza centrale diffondendosi rapidamente in ogni dove. Le malattie vengono da cose chiamate virus e occorre un vaccino per difendersi, non il braccialetto incantato delle fate! La Terra è una sfera che ruota su se stessa nello spazio, non un biscotto sulla schiena di un criceto cosmico! Queste e molte altre sono le follie che stanno letteralmente gettando il popolo nel caos, davanti agli occhi increduli dell’alchimista Rita e del suo fedele assistente Gidil. Ma cos’è che sta effettivamente spingendo il popolo a credere a queste voci di corridoio? E soprattutto, chi sta fomentando questo diffondersi di fake news? Inizia così l’avventura di Rita e Gidil allo scopo di risolvere il mistero che si cela dietro le bugie che stanno sconquassando il Regno, nella speranza di poter riportare tutto alla normalità.

“La verità esiste, solo la falsità dev’essere inventata” – Georges Braque

Riuscire a fornire una definizione puntuale di cosa sia Fabula è cosa tutt’altro che semplice. Essa è sicuramente un fumetto, su questo non ci sono dubbi, ma limitarsi a questa constatazione di un dato di fatto non può che essere eccessivamente riduttivo. Fabula è qualcosa che trascende la semplice narrazione di una storia. A partire dal titolo – anagramma di BUFALA- essa si manifesta come una rappresentazione metaforica della società odierna e dei suoi problemi, interpretata in chiave satirica, a tratti parodistica, in grado di puntare i riflettori sulla delicata ed attuale questione della disinformazione.

Attraverso il capovolgimento della realtà a cui siamo abituati, gli autori ci presentano un mondo in stile fantasy, in cui non esiste la tecnologia ma regna la magia, in cui la Terra non è una sfera ma un biscotto al cioccolato, in cui ogni nozione elementare con cui abbiamo familiarità viene sovvertita, divenendo, in questo Regno, nient’altro che una falsità. Senza neppure rendersene conto il lettore viene immediatamente messo di fronte al paradosso della verità. Ma quando si parla di quest’ultima occorre fare attenzione. Un concetto che sembra di facile definizione e alla portata di tutti potrebbe infatti rivelarsi più ostico da comprendere di quanto non sia in apparenza. D’altronde, se volessimo trovarne una definizione, cosa potremmo dire?

Galileo Galilei sosteneva l’esistenza di due tipologie di verità: quella di scienza e quella di fede e affermava fermamente che “la verità scientifica non si stabilisce per alzata di mano”. Leggere i primi capitoli di Fabula non può che richiamare immediatamente alla mente questa distinzione. Se la verità scientifica, secondo il pensiero neopositivista, è ciò che può essere verificato sul piano naturale delle cose, e la verità di fede è ciò che è invece consolidato nelle coscienze della massa, appare evidente, sin da subito, che è possibile risalire a due concezioni autonome e indipendenti che non necessariamente sono in grado di coesistere.

La battaglia per la verità

Così, nella battaglia di voci che nasce nel Regno e che lascia calare il velo del dubbio nella mente del popolo, Rita si aggrappa con tutte le sue forze alla verità scientifica con la quale ha sempre avuto a che fare. Forte di una mente matematica e razionale, è spinta a ricercare la prova concreta alla base delle sue affermazioni, nel tentativo di smentire le false voci e far prevalere, nella lotta, la “sua” verità. Al contrario, gli abitanti del villaggio, con la vista offuscata dal dubbio, si appoggiano alla verità di fede che, scaturita da una singola voce, acquisisce forza passando di bocca in bocca e si accresce di importanza radicandosi nelle coscienze degli individui. Rita è alla ricerca dell’oggettività mentre il popolo si accontenta della soggettività. In una guerra che non ha vinti né vincitori ciò che spicca è la relatività della verità e della menzogna. Ciò che è vero per Rita non lo è per il popolo e ciò che è vero per il popolo non lo può essere per Rita.

E’ proprio attraverso questo scontro di opinioni senza eguali che emerge la potenza devastante delle fake news, termine utilizzato per far riferimento a tutti quei fenomeni riconducibili al più generale concetto della disinformazione. Questa, identificabile come quel fenomeno che si realizza quando le informazioni recepite da un soggetto possono non corrispondere all’intenzione per cui sono state diffuse, è intesa come una vera e propria patologia della società e Fabula non fa altro che mettere in luce come anche il Regno non sia immune dai suoi attacchi.

Attraverso costanti richiami alla nostra realtà di tutti i giorni, Lorenzo Ghetti e Francesco Guarnaccia si avvalgono di una sagace ironia per porre in evidenza la forza propulsiva delle bufale. Ricorrendo a vignette che hanno il chiaro intento di divertire e coinvolgere in una lettura leggera e scorrevole, gli autori hanno l’abilità di celare i delicati aspetti inerenti questa tematica sociale. Così dietro il viaggio-vacanza di Rita e Gidil si nasconde il processo di verificazione delle notizie, che dovrebbe essere posto in essere prima della loro diffusione, e attraverso i racconti dei bardi, che accettano di divulgare qualsiasi nuova storia, si ammicca all’inaffidabilità dei social network. La stessa Rita, con tanto di lavagna e gessetto, più che a Gidil sembra spiegare allo stesso lettore quelli che sono i tratti distintivi delle fake news, mettendo in evidenza come sia facile abbandonare ciò che si conosce, ritenendolo noioso, in favore della più succosa novità!

“Diffondere qualcosa di poco comune dà alle persone la sensazione di essere importanti…”

… e alle persone piace sentirsi importanti!

Fabula, senza mai abbandonare la sua struttura metaforica che rimanda costantemente alla società moderna, riesce a far emergere il narcisismo ed il fanatismo quali basi portanti del fenomeno di disinformazione. Rinunciando allo spirito critico e urlando fieramente di credere alla menzogna, l’individuo si sente forte ed investito di importanza. Nella piena convinzione di compiere una scelta che lo distingua dalla massa, si lascia sedurre dalla novità priva di fondamento, finendo con l’unirsi alle tante voci di quell’unico coro che, alla fine dei giochi, si rivela essere solo una bieca forma omologazione.

Ad ogni personaggio, in Fabula, può essere assegnato un valore simbolico. Così il villaggio rappresenta la massa fanatica dominata dal narcisismo, facilmente influenzabile da ogni bufala, i bardi sono la trasposizione figurata dei Social o, più genericamente, di Internet e della sua portata diffusiva delle informazioni, e persino Rita e Gidil racchiudono in sé un significato che va oltre quello dell’essere i meri protagonisti della storia.

Gidil, l’esperimento (mal) riuscito di Rita, è la trasfigurazione dell’uomo medio, più propenso a lasciarsi trasportare dagli altri piuttosto che prendere posizione, connotato da una forte ingenuità che lo rende facilmente influenzabile. Di animo buono e gentile si infervora quando fomentato dalla folla, ma se guidato attraverso un ragionamento logico riesce anch’egli a sviluppare un proprio spirito critico. Rita, invece, riveste il duplice ruolo dell’eroina e della scienziata. Dominata da una forte razionalità non si lascia influenzare, ma è sempre alla ricerca di elementi concreti che abbiano una forza probante delle informazioni con cui entra in contatto. Posta nella storia a paladina della verità è simbolo di intelligenza o, meglio, del pensiero critico inteso come raggiungimento di un giudizio attraverso processi mentali di discernimento, analisi e valutazione.

Un disegno che supporta a 360° la storia

A fare da cornice a questi personaggi dalla portata allegorica vi è il mondo fantasy del Regno, disegnato da Francesco Guarnaccia. Attraverso l’uso di colori sgargianti, le illustrazioni rappresentano la coronazione del tono divertente e parodistico che permea l’intera opera. Lo stile cartoonesco regna sovrano, coi suoi tratti semplificati che mirano ad accentuare parti del corpo come gli occhi o la bocca o le espressioni sui volti dei personaggi. Il realismo lascia spazio all’umorismo anche nel disegno, che trova compiuta espressione non solo nei protagonisti, come Gidil, ma anche nei paesaggi, nelle creature magiche e persino negli oggetti.

Illustrazioni e linguaggio si intrecciano e si integrano fra loro perfettamente, fornendo all’opera un’impostazione parodistica che consente al lettore di divertirsi ad ogni vignetta, nonostante la profondità e la serietà dei temi trattati. Persino l’alternanza tra colori accesi e spenti fornisce un messaggio quasi subliminale a chi si approccia alla lettura, richiamando alla mente la costante dicotomia tra bene e male.

In definitiva, Fabula, facendo ricorso ad un’ironia sferzante ed arguta strappa un sorriso, nascondendo -ma neanche troppo- una denuncia sociale al fenomeno delle bufale. Con pochi ma incisivi episodi porta avanti una storia di rivalsa nei confronti della strumentalizzazione della disinformazione, attraverso continui richiami alla società moderna in cui viviamo, ma senza mai stancare o appesantire l’atmosfera. Leggere Fabula è un’esperienza multi livello, qualcuno si fermerà in superficie e si farà una risata ad ogni battuta di Gidil e Rita, altri scenderanno nel profondo e ne apprezzeranno la struttura simbolica. L’unica certezza è che tutti non potranno che uscire soddisfatti dalla sua lettura.