Fatti Odiare Vol.1 | Recensione

fatti odiare

La collana Queer di Star Comics continua a espandersi mese dopo mese. Ad Agosto, sugli scaffali di ogni fumetteria, è giunto Fatti odiare, Kirai de Isasete di Hijiki, primo volume Boy’s Love di una serie ancora in corso in Giappone, nonché primo manga del sub-genere omegaverse in casa Star. Con una storia che ruota principalmente intorno al concetto di famiglia, Fatti Odiare propone un racconto che parla di amore a 360°, che esplora l’amore familiare, l’amore amicale così come quello per il partner. Evocando immagini classiche come “l’anima gemella” ed inserendole in un universo narrativo chiaramente predominato dall’elemento fantastico, allo stesso tempo questo volume non manca di gettare solide fondamenta piene di richiami ad una società che non potrebbe essere più realistica, creando un perfetto mix tra realtà e fantasia.

L’Alternative Universe degli Omegaverse

Quello degli Omegaverse è un sottogenere nuovo in Italia, ancora sconosciuto alla maggior parte delle persone. In questa tipologia di storia, infatti, i personaggi oltre ad essere differenziati in base ai generi classici (Maschio e Femmina), sono distinti anche dai generi secondari (Alfa, Beta e Omega), ognuno dei quali presenta delle caratteristiche peculiari. Non tutti gli omegaverse sono identici. La bellezza degli AU (Universi Alternativi) consiste nella possibilità per gli autori di modellare, appunto, l’universo narrativo, a proprio piacimento, fornendo al lettore continui elementi di novità. Nonostante ciò possa sembrare a prima vista spaesante, in realtà ogni volume presenta sempre una o più pagine introduttive, che si spendono nel descrivere dettagliatamente il mondo in cui la storia che ci si appresta a leggere è stata ambientata.

Fatti Odiare non fa eccezione. Tra l’indice e il primo capitolo è possibile infatti sfogliare tre pagine in cui viene spiegato che cosa si intenda con il termine “omegaverse”, quali siano le caratteristiche di ogni genere, come è suddivisa la società nonché quali siano i meccanismi di procreazione all’interno di questo nuovo mondo. In pochi minuti il lettore si ritroverà trasportato in una società che, seppur ad un primo sguardo appaia del tutto identica alla nostra, in realtà presenta alcune particolarità. Prima fra tutte, la possibilità per gli uomini (Omega) di procreare.

La famiglia come tema centrale del racconto

Naoto è una madre single che, quotidianamente, deve fare i conti con la propria natura di maschio Omega. I frequenti ed improvvisi calori lo pongono in constante rischio e gli rendono quasi impossibile trovare un lavoro. E’ proprio per questo motivo che, spinto anche dalla madre preoccupata, si reca ad alcune feste organizzate per single in cerca di partner. Sarà proprio durante una di queste che, sorprendentemente, il suo braccio verrà afferrato da un ragazzo sconosciuto il quale, senza alcun indugio, proclamerà a tutti di aver trovato la propria “anima gemella”.

Ma le cose non sono mai semplici come appaiono ad un primo sguardo e Naoto porta con sé un profondo trauma legato ai maschi Alfa. Terrorizzato scappa dalla festa, rintanandosi nel rifugio sicuro di casa sua, dove la sua splendida figlia, Shizuku, lo attende. Si sa, però, che è alquanto difficile sfuggire al proprio destino e così, una fortunata offerta di lavoro in una scuola diverrà l’occasione per rincontrare quell’anima gemella da cui Naoto era invece inizialmente scappato.

Quello che colpisce immediatamente di questa serie è l’importanza attribuita al concetto di famiglia. L’autore si prende il suo tempo per presentarci il protagonista della storia, Naoto. Sin dalle prime pagine è semplice intuire come egli sia una persona fragile ma al contempo determinata. La sua vita ruota intorno a sua figlia e farebbe di tutto per permetterle di vivere serenamente. Shizuku dal canto suo è una bimba delle elementari sveglia e dal carattere forte. Stravede per la sua mamma e, nel limite delle sue possibilità, farebbe di tutto per vederla felice. Il primo rapporto a due che viene mostrato al lettore, quindi, non è un rapporto romantico come nei soliti Boy’s Love, bensì un rapporto di parentela legato da un profondo affetto reciproco. Viene presentata una famiglia sicuramente diversa da quelle tradizionali, non immune da sguardi di sdegno e pietà da parte di osservatori esterni, ma che mantiene un precario equilibrio fondato sull’amore e il bisogno di protezione reciproca.

Naoto protegge Shizuku nascondendosi dietro un sorriso e continui “va tutto bene”, anche quando non riesce a trovare un lavoro a causa del suo genere secondario e i calori improvvisi lo costringono a letto. Shizuku protegge Naoto chiamandolo fieramente mamma davanti a tutti e accarezzandogli la testa dolcemente alla fine di una giornata perché “ha fatto del suo meglio”. In questo contesto dominato dal binomio madre-figlia riuscire ad inserire una terza figura risulta impresa non semplice.

E’ questo uno dei maggiori punti di forza di Fatti Odiare, Kirai de Isasete. Nonostante parli di una storia d’amore, questa non è mai la vera protagonista del volume. La dinamica che si instaura tra Naoto e Hazuki, la sua anima gemella, infatti, è estremamente particolare perché sempre valutata in relazione alla presenza di Shizuku. Naoto non è in cerca dell’amore ma di un partner che possa proteggere Shizuku esattamente come farebbe lui che le ha dato vita e, nonostante sia innegabile l’attrazione che prova per Hazuki, non riesce a fidarsi di quest’ultimo, attratto da lui non per sua volontà, ma perché a lui destinato.

Il significato dell’anima gemella

Il richiamo all’immagine classica dell’anima gemella è un espediente utilizzato in moltissimi omegaverse. In una società in cui solo una piccolissima parte della popolazione è di genere Alfa e Omega, viene fornito al lettore quell’elemento di irrimediabile romanticismo, per il quale ad ogni persona è assegnata dal destino un’anima gemella: il vero amore. La differenza, negli omegaverse, sta nella circostanza che questa possibilità è concessa solo agli Alfa e agli Omega. La strumentalizzazione del destino è probabilmente strettamente legata alla profonda discriminazione a cui gli Omega sono generalmente soggetti in questo genere di storie.

Naoto impersona perfettamente il tipico Omega. Questi, quasi sempre limitati dalle loro peculiari caratteristiche fisiche che li portano a vivere in balia dei propri istinti, considerati utili solo a procreare, descritti sempre come casta più infima della società, vedono riscattata o addirittura addolcita la loro condizione da questo elemento romantico della predestinazione al vero amore. Per gli Omega, d’altronde, trovare un partner significa molto di più che trovare un compagno di vita. Secondo l’anatomia di questo genere, infatti, il morso del proprio partner sulla nuca durante il calore crea un legame tra i due indissolubile. Creare un tale legame renderebbe Naoto incapace di emettere feromoni che attraggano persone diverse dal partner, i calori diverrebbero meno irruenti e facilmente gestibili con l’aiuto del proprio compagno. Dal punto di vista fisico oltre che quello sentimentale, significherebbe poter vivere a tutti gli effetti una vita normale.

Ma anche il dolce concetto del vero amore voluto dal fato acquista un gusto amaro se ci si sofferma a pensare che si tratta di un sentimento determinato da una forza esterna e non scaturito dal cuore del proprio partner. Ed è proprio per questo che il rapporto tra Hazuki e Naoto, immediatamente presentato agli occhi del lettore come predestinato, quasi posto lì ad aiuto e salvezza del giovane Naoto, in realtà è tutt’altro che idilliaco. In tal senso la storia, continuando a ruotare intorno al fondamentale cardine della famiglia, vedrà i suoi protagonisti incontrarsi e scontrarsi in un tumulto di emozioni e sentimenti, che continueranno ad evolvere e maturare nel corso del volume.

L’artwork

Da un punto di vista artistico lo stile che viene utilizzato da Hijiki è caratterizzato dall’uso frequente di angoli e linee dure. Gli unici tratti dolci sono presenti nella rappresentazione di Shizuku. La morbidezza del disegno se da un lato si s’addice all’età anagrafica della bimba, dall’altro crea un piacevole contrasto con il suo carattere forte e maturo. In generale, a smorzare l’angolosità del tratto si pone l’uso abbondante del bianco che avvolge il nero, quasi sempre poco marcato. Gli sfondi sono quasi sempre assenti o, se presenti, poco dettagliati, ma ciò non stona in un volume in cui il focus è chiaramente rappresentato dai suoi personaggi. La scelta stilistica che predilige l’uso del bianco e scale di grigi al posto di un nero intenso fa inoltre da perfetto contrappeso con i toni un po’ tetri che il racconto spesso presenta. In tal senso Hijiki è in grado di mantenere un perfetto equilibrio capace di rendere la lettura non troppo pesante, senza dover però rinunciare a quei momenti di maggiore cupezza.

Anche chi è in cerca, invece, di qualcosa di un po’ più spinto non rimarrà a bocca asciutta. Nonostante non vi siano molte scene osé, a differenza di molti altri Boy’s Love, Fatti Odiare ha comunque la sua dose di sensualità. Restando il linea con il setting dell’omegaverse il sesso è qui rappresentato in modo quasi animalesco. L’istinto domina la ragione e i personaggi sono lasciati in balia delle proprie voglie in maniera selvaggia, in positivo e, a volte, anche in negativo. La censura stona un po’ con quella che è invece la naturalezza delle scene rappresentate ma, nel complesso, non va ad inficiare la bellezza del volume.

In Conclusione… Fatti Odiare, Kirai de Isasete è un volume completo. Pur essendo solo il primo di una serie in corso è perfettamente in grado di far innamorare della propria storia chiunque. Introspettivo, profondo, dotato della dolcezza necessaria a compensare l’amarezza che ogni tanto la vita ci riserva, presenta una storia in grado di commuovere. Il lettore si ritroverà a sperare, pregare con tutte le proprie forze, di vedere i suoi protagonisti trovare la felicità e solo la lettura sarà in grado di svelare se alla fine sarà possibile tirare un sospiro di sollievo.