
Penso proprio che i libri di Victoria E. Schwab siano come i biscotti: uno tira l’altro.
E così dopo aver letto la trilogia “A darker shades of magic”, la dilogia “This savage song”, “Città di spettri” e “La vita invisibile di Addie LaRue”, non restava che Gallant, ultimo suo titolo uscito in Italia grazie a Oscar Vault (Mondadori).
La Schwab ha un dono: è in grado, con la sua scrittura, di tenere il lettore incollato alle pagine di ogni suo libro, anche quando la storia e i personaggi non sono così ben sviluppati. Ma questo non è il caso di Gallant, dove la trama può non sembrare una delle più originali ma è scritta bene, in modo scorrevole e con una bella caratterizzazione dei personaggi.
“A chi va in cerca di porte e ha il coraggio di aprire quelle che trova, e a volte è così audace da forgiarne di nuove.”
Olivia Prior ha un obiettivo nella vita: capire chi è, da dove proviene e quale sia il suo posto nel mondo. Cresciuta nel Collegio Merilance, l’unico indizio che la può aiutare nel suo intento è un vecchio diario della madre, pieno di frasi enigmatiche e di disegni che a primo impatto possono sembrare semplici macchie d’inchiostro. Quando meno se lo aspetta, Olivia riceve una lettera da parte dello zio che la richiama a casa, a Gallant. E così, piena di speranza, è pronta a conoscere la famiglia che non ha mai avuto e arrivare finalmente a chiamare un posto casa. Ma nel diario lasciatole da sua madre c’era un avvertimento: per rimanere al sicuro, deve tenersi lontana da Gallant.
Olivia però non ascolterà l’avvertimento della madre e, non appena mette piede a Gallant, rimane sbigottita. La dimora di famiglia è maestosa, con un giardino immenso e un muro che all’apparenza sembra essere solo fuori posto, con una porta incastonata che Olivia non dovrà mai e poi mai aprire. Ma nessuno le spiega il perché, suscitando così in lei una certa curiosità. Conoscerà Hannah, Edgar e il cugino Matthew, che fin da subito non fa nulla per nascondere il suo disappunto sulla presenza di Olivia in quella casa.
Scopre ben presto che la lettera che le è stata spedita, non è stata scritta dallo zio, morto anni prima. Ma chi è l’autore allora? Chi la vuole a Gallant e perché?
“La verità, sta imparando, è un concetto sfuggente, più una forma dai contorni sfocati. Un mondo di grigio, che un tratto nero e marcato.”
Lo stile di scrittura della Schwab in questo libro è piuttosto particolare. La trama va avanti per la maggior parte del tempo grazie alle descrizioni che costituiscono il 90% del testo. Quindi descrizioni a favore dei dialoghi, ma perché questo? Semplicemente perché la nostra protagonista soffre di mutismo e l’unico modo che ha di comunicare è tramite l’utilizzo del linguaggio dei segni, o attraverso disegni veri e propri quando l’interlocutore è il cugino, che a sua volta presenta un limite nel linguaggio. Ovvero, non è in grado di leggere.
Un altro aspetto molto interessante è la presenza all’interno del libro delle pagine del diario di Grace Prior, la madre di Olivia, così come lei lo descrive. Abbiamo quindi un libro dentro il libro che ci dà modo di interagire maggiormente con il personaggio di Olivia, facendoci immedesimare in lei durante la lettura del diario stesso.
Sempre restando sull’aspetto più fisico del libro, intriganti sono anche le pagine con sfondo nero e scritte bianche (al contrario della classica scritta nera su sfondo bianco) che rimangono un mistero per il lettore per buona parte del libro.
Nota di merito anche per la favolosa copertina e per tutti i disegni che si trovano ad intervallare le pagine e i vari capitoli.
“Forse mi stai dando il tormento. Che pensiero confortante. Magari sei tu, nell’oscurità.“
La Schwab in questo libro, oltre che raccontare una bella storia fantasy/mistery, va a toccare anche tematiche importanti. Ed è qui che spunta il lato più metaforico del testo. Prima tematica ad essere toccata è la disabilità della protagonista, in quanto muta. Questa sua particolarità però non è un ostacolo per lei, nel libro non la vediamo mai affranta e trova sempre il modo di comunicare, tramite gesti, parole scritte e talvolta anche disegni.
Presente anche la tematica della famiglia, del concetto di casa, di cosa può rendere qualcuno o qualcosa tale da essere considerato posto sicuro.
Ultima, ma non per importanza, è la tematica di vita/morte, costantemente presenti e messe a confronto. Grazie anche all’uso di diversi colori si può individuare questo dualismo tra bene e male, luce ed ombre. In tutti noi sono presenti entrambe le cose, ma saprà la luce prevalere sull’ombra?
In conclusione, non posso che consigliare questo libro, così come gli altri testi dell’autrice. Ideale per il periodo di Halloween (anche se ormai è già passato) vista la presenza di creature sovrannaturali, ma anche per il periodo autunnale in generale. Schwab è sinonimo di autunno.