
Vi è mai capitato che un profumo, un luogo o una persona vi riaccendano la scintilla nei confronti di qualcosa che nel vostro passato era una costante? Che improvvisamente una cosa banale che facevate fin da piccoli riaffiori come un ricordo sbiadito? Ecco, questo è ciò che accade in Given.
Uenoyama, liceale ormai annoiato da tutto, incontra Mafuyu, un suo compagno di scuola, e improvvisamente nella sua vita torna la voglia di fare. Non appena i due si incrociano e Uenoyama accorda quella chitarra che Mafuyu tiene stretta a sé come se fosse un tesoro prezioso, si innesca qualcosa: Mafuyu decide di fare di Uenoyama il suo mentore nell’insegnargli a suonare quello strumento e Uenoyama viene pervaso da una sensazione così familiare ma estranea allo stesso tempo da rimanere per un attimo senza fiato… Che piega prenderà questa storia?
“”Come chiamiamo la band?” Uhm, “Give” dici… “Give”… “Seasons”… Unendoli “Givens”? Uhm… Che ne dite di “Given”?”
Banalizzo dicendovi che questo manga è uno dei mie preferiti del genere boy’s love. È un’opera che tocca corde invisibili ma che forse sono presenti nella memoria di tutti. Tratta temi che probabilmente ogni adolescente prova almeno una volta nella vita, come l’insoddisfazione, la solitudine, la sofferenza più profonda. Ma ne tratta anche altrettanti più adulti, come il triangolo amoroso della coppia secondaria, in cui un amore tossico e viscerale lascia il posto a un amore più maturo e meno dipendente.
Uenoyama è il classico adolescente annoiato da ciò che lo circonda. Suona la chitarra fin da piccolo, perché il padre gli ha trasmesso questa passione, è fin troppo bravo per la sua età e tutto questo fa si che abbandoni presto questo suo amore per dedicarsi a hobby più tipici da adolescente. Ma ecco che arriva Mafuyu, un ragazzo totalmente estraneo al mondo musicale, che non conosce nemmeno il valore di ciò che ha in mano, che non sa nemmeno come si cambiano le corde di quello strumento, e tutto si riaccende. Un po’ come il profumo dell’inverno che si sente nell’aria, così Uenoyama viene investito da un profumo di novità, quel suo talento ha finalmente uno scopo.
“Se ti ho invitato nella mia band è perché la tua canzone mi ha colpito dritto al cuore!”
Se da un lato abbiamo due adolescenti alle prese con le prime esperienze, dall’altro abbiamo tre adulti. Voi direte come tre? Nella band ce ne solo due. Vero, ma per una storia d’amore che si rispetti il terzo incomodo ci vuole sempre. Ed è proprio su di lui che voglio soffermarmi: Ugetsu Murata. Potremmo descriverlo come un prodigio nel suonare il violino, tant’è che l’aspirazione massima di Kaji Akikito, batterista della band Given, è proprio quella di superarlo. Ma non è solo questo, Ugetsu è debole e sa di esserlo, è egoista e sa di esserlo, è la fragilità fatta persona e sa di dover interpretare il ruolo del cattivo, pur non essendolo, perché in fondo è solo umano.
Sarebbe facile sminuire tutto dicendo che è colui che tarpa le ali a Akihiko o che lo blocca dal vivere un nuovo amore, ma non è così. Entrambi vivono in una spirale di amore incondizionato e dipendenza, tossica sicuramente, che li porta ad aver paura di uscirne. Quasi come se mettendo un punto a questa storia il mondo crollasse su stesso. E forse un po’ è così, ma poi ci si rialza sempre. Ugetsu diventa un personaggio chiave all’intento del manga e non solo per il rapporto che ha con Akihiko.
Sarò sincera, questa storia d’amore, con tutti i suoi difetti, è la mia preferita. La crudezza con cui si affrontano Ugetsu e Akihiko alla fine mi ha spezzato il cuore.
“L’amore pensavo fosse qualcosa di tenero, dolce e gentile… Che questa fosse solo una bella illusione l’ho capito con il mio primo amore… Innamorarsi di qualcuno è una forza in grado di farti a pezzi”
Ultimo tassello è Haruki, la “mamma” del gruppo come lo definisco io. Il collante che, pur non credendolo, riesce a tenere tutti uniti, spesso soffrendo in silenzio. Tra lui e Akihiko si instaura un rapporto di affetto e complicità, con momenti estremamente difficili e allontanamenti strazianti, ma questa volta non è qualcosa di tossico, è un rapporto maturo e adulto… è Amore con la A maiuscola.
Personalmente, trovo che il manga sia perfetto per approcciarsi al genere boy’s love. Tratta di musica, di amore, di interrogativi, di crescita e lo fa in una maniera molto dolce e semplice. I dialoghi sono portati all’età dei protagonisti; spesso ci sono tavole che vanno “sentite” o in cui semplicemente bisogna perdercisi nel totale silenzio. Preparate i fazzoletti perché piangerete, ma riderete anche. I disegni sono molto belli grazie al tratto fino ma deciso della mangaka, che riesce a rappresentare le emozioni dei protagonisti con dolcezza ma al tempo stesso con linee decise.
Una cosa non scontata che va sottolineata è che questo manga non è la storia di Uenoyama e Mafuyu, pur essendo il loro amore sempre presente, ma è il racconto di vite che si intrecciano, e la mangaka caratterizza appieno ogni personaggio. Tant’è che negli ultimi due volumi l’attenzione si sposta su altri due personaggi: Hiiragi e Shizusumi, amici di infanzia di Mafuyu, che si stanno ritagliando il loro spazio all’interno del manga e all’interno di questa meravigliosa avventura.
Given è un manga ancora in corso, edito dalla Flashbook. Da poco è uscito il settimo volume, perciò non ci resta che aspettare e vedere come questi intrecci di vita e di persone continueranno.