Greta e i ladri della luce | Recensione

Cosa significa diventare figlia di una famiglia adottiva poco gentile e nello stesso momento scoprire un mondo incantato fatto di luci danzanti, fonti di energie, colori e segreti? Silvia Benedetta Piccioli, grazie alla Delrai Edizioni, con Greta e i ladri della luce risponde ad alcune di queste domande attraverso un’avventura adatta non solo ai ragazzi ma a qualsiasi persona – al di là dell’età – che ha voglia di lasciarsi investire da una storia incantevolmente profonda e dai temi importanti.

Per quanto ricorda Greta, uscita dall’orfanotrofio, i suoi genitori adottivi non sono mai stati affettuosi né tanto meno premurosi. Anzi, tutt’altro. Viene tratta alla stregua di una piccola Cenerentola moderna. Quando non le tocca fare la sguattera, passa le giornate nella sua camera invivibile, buia e sporca. Greta non chiede molto, vuole solo una lampada da accende quando ha paura. Un giorno, dopo essersi decisa ad arrangiarsi, Greta parte alla ricerca di una lampada e scoprirà uno strano negozio a gestione familiare che ne vende di ogni tipo e di ogni epoca. Ben presto la nostra piccola grande donna scoprirà che quel negozio nasconde dei traffici particolari in cui lei stessa si troverà immischiata. Greta, assieme a Rubin, al vecchio Corno, a Nonna Lù e ai gemelli Karl e Mark, inizierà a rubare energie magiche da oggetti antichi. “Potrà una banda di ladri diventare la sua vera famiglia?”

Greta ebbe un brivido, un’altra sensazione come quella avvertita prima di entrare…

Silvia Benedetta Piccioli ha una capacità straordinaria: quella di incantare sempre il lettore con le sue opere. Con Greta e i ladri della luce l’autrice crea una storia ideata per i più piccoli ma che si rende fruibile anche agli adulti. Del resto lo stesso Neil Gaiman si è fatto conoscere al grande pubblico di adulti e piccini anche attraverso piccole favole dai grandi e importanti temi. Silvia non perde un colpo. La prosa rievoca la suggestione nel lettore regalando un’esperienza quasi sensoriale. Il lessico semplice, ma nel contempo gustoso, rende la narrazione ammaliante. Il ritmo scandito, sia grazie alla prosa come detto poc’anzi, che all’interpunzione e alla posizioni delle parole più importanti che si trovano sempre nel posto esatto, vi darà la giusta percezione del mondo in cui Greta vive che, in realtà, non è tanto lontano dal nostro.

Le atmosfere, le descrizioni e i dettagli sono magici. Silvia incanta e rende incantevole l’excursus narrativo de Greta e i ladri della luce. La caratterizzazione del personaggio principale è molto interessante. Infatti, Greta non è un topoi che si rifà a un luogo comune di un personaggio coraggioso, sveglio e perspicace. Greta è reale. Vive dentro ognuno di noi, seppur in maniera diversa. È penetrante, nonostante nella storia affronterà qualcosa di molto più grande di lei. Questo, se ci si pensa bene, è un fatto con cui ci siamo tutti imbattuti nella vita. E qui l’autrice ci mostra uno dei tanti temi presenti all’interno dell’opera: L’importanza di affrontare le difficoltà. Attraverso le asperità si arriva alle stelle. Seneca era ben consapevole di come le difficoltà fossero in grado di forgiare il carattere di un essere umano.

Tale principio ha validità universale. I diamanti si formano nelle viscere della Terra, sottoposti a pressioni inimmaginabili, le specie animali sopravvivono adattandosi alle difficoltà del loro habitat, le fibre muscolari crescono solo grazie a micro-lacerazioni. E Greta crescerà, pagina dopo pagina, affrontando la vita e tutte le limitazioni che può avere una bambina della sua età. Per esempio la paura del buio nonché la chiave di volta che vi porterà al climax. L’empatia vi condurrà ad essere al suo fianco, a diventare i suoi compagni d’avventura. Ma anche tutto il resto del team di personaggi viene impostato in maniera eccelsa rendendoli interessanti e attraenti.

Che cosa ci fa qui una bambina da sola, senza i suoi genitori?

L’autrice consolida i rapporti e i legami che si creeranno tra di loro grazie al mistero, alla magia e all’emozione. Altro tema importante presente in Greta e i ladri della luce è quello delle famiglie adottive. Silvia ci da una visione ottimistica, in parte, e che ci fa ben sperare in un mondo migliore nonostante tutti i contro che poi, la povera Greta, riscontrerà nella sua famiglia adottiva. Infatti, al di là di tutto Greta, in seguito, conoscerà persone che le offriranno una dimensione familiare. È dunque proprio vero che nella vita serve tutto.

Ahimè, adottare in Italia è quasi impossibile. Basti pensare che nel 2017 soltanto dieci coppie sono riuscite a farlo. Dieci coppie etero. Altro tasto dolente nel nostro Bel Paese. Citando gli psicologi che hanno scritto al ministro Roccella: “I genitori sono uguali, il danno è nello stigma”. L’augurio è che tanti piccoli “Greta” possano trovare una famiglia che possa accoglierli e volergli bene veramente. Tra famiglie affidatarie e progetti ponte, non sempre si ha la fortuna di finire nelle mani giuste. Fortunatamente, e ci teniamo a sottolinearlo, non sono tutti così.

Piccola informazione da dietro le quinte che l’autrice mi perdonerà, tutta l’ambientazione del libro non è totalmente frutto di fantasia. E questo ci piace. Grazie all’intento di Silvia e al meraviglioso lavoro editoriale fatto dalla Delrai, il libro è stampato in alta risoluzione per favorire la lettura alle persone dislessiche, una squisita e intonatissima nota che dà ancora più prestigio all’opera.

In conclusione, Greta e i ladri della luce di Silvia Benedetta Piccioli, edito dalla Delrai Edizioni, non è semplicemente una lettura per ragazzi. È un’opera che, attraverso una storia delicata, vi darà l’opportunità di immergervi nella testa di Greta. Un avventura magica tra fantasia e sentimenti dove il ritmo brioso e senza pause la fanno da padrone.