
Presentiamo, oggi, un manga italiano ri-edito da Shockdom dopo l’accordo di settembre con Kasaobake, ad opera di Riccardo Lo Giudice; parliamo di Hien, fumetto ad un primo approccio carico di potenziale, di cui in primis salta all’occhio la cura nei dettagli delle linee e dei punti luce.
Ambientazione
Ambientato in un futuro molto lontano, nel Paese del Sol Levante, Hien racchiude in sé lo spirito della mitologia Giapponese, dispiegata progressivamente come un rotolo di pergamena, e che si contrappone all’inizio della storia in medias res, volto ad avvolgere il lettore dell’alone di mistero che caratterizza tutto il volume e, si prospetta, tutta la storia.
Questo primo volume ci fa conoscere molti dei personaggi principali, tratti più o meno tutti dalla mitologia giapponese, umanizzati totalmente o in parte, ma ben riconoscibili. Le citazioni poste nei dettagli dei costumi sono squisite e non invadenti, piacevoli da trovare. I tratti caratteriali vengono esposti in linea generale, ma resta quell’aura di vaghezza che sottintende uno sviluppo dei personaggi, una scoperta di inclinazioni, modi di fare, temperamenti che, speriamo, andranno via via definendosi nei prossimi capitoli.
Narrazione
La narrazione dell’intero volume è molto cinematografica. Le scene cambiano come in un film, seguono le linee narrative dei personaggi in azione parallelamente e con impatto scenico gradevole. Le sequenze d’azione scandiscono il corpo centrale del volume e non sono mai esagerate. Potremmo aggiungere un altro aspetto positivo al tutto -dato da un tratto non scontato ma importante, che spesso viene trascurato-: il rispetto delle gabbie delle pagine.
Data la grande varietà di personaggi per un solo volume (soprattutto, il primo), è apprezzabile la capacità dell’autore nell’utilizzare delle griglie che creino azione con linee diagonali, rispettandone i margini nella quasi totalità delle volte, oppure sforare i limiti della gabbia che, però, in quel caso, sarà probabilmente costituita da linee perpendicolari (la classica vignetta rettangolare o quadrata, per intenderci). Queste accortezze, che spesso sfuggono, rendono la lettura di Hien 1 molto scorrevole, a livello grafico, e donano un equilibrio sottile anche alle scene d’azione.
L’unica pecca, potremmo azzardare, è l’impostazione un po’ ampollosa di un paio di periodi, che può essere rapidamente arginata da una rilettura delle due o tre vignette precedenti.
Disegni
Il tratto di Lo Giudice sa essere allo stesso tempo preciso e lineare o graffiato e movimentato, a seconda della situazione, ed è sempre puntuale, mai inappropriato, rispetto ad essa. I colori sono tendenzialmente piani, a strati, ma non mancano le sfumature e i gradienti, quando la scena lo richiede. Gli ambienti vengono rappresentati (così come molti sfondi) in modo semplice, salvo lo stretto necessario quando, però, la presenza di dettagli non pone in secondo piano i personaggi che, varrebbe la pena ricordarlo, sono sempre raffigurati in modo da poter risaltare (dettaglio importante, specie se nella stessa scena troviamo vari personaggi, cosa che, nel volume, accade spesso).
Considerazioni finali
Questo primo volume di Hien è sicuramente un buon inizio, che distilla bene disegni accattivanti, storia intrigante e citazioni più o meno evidenti alla mitologia e alla cultura (giapponesi e non). In sintesi: le aspettative sono state create, ma siamo curiosi di sapere se i prossimi volumi saranno in grado di soddisfarle.