Il Gelo Comanda e L’Oscurità Profana – Recensione

il gelo comanda e l'oscurità profana cover

Ben ritrovati con il secondo e il terzo libro della trilogia Cosa resta degli eroi di Richard K. Morgan. Se desiderate conoscere di cosa si tratta, il consiglio è di recuperare qui la recensione del primo volume della serie, L’acciaio sopravvive. Se, al contrario, desiderate scoprire come proseguono le vicende dei tre protagonisti in Il gelo comanda e L’oscurità profana, rimanete su questa pagina e mettetevi comodi.

IL MONDO SONNECCHIA immerso negli sporchi compromessi e nella violenza di sempre. Eppure c’è qualcosa che non va. E’ davvero tutto finito? O c’è qualcosa che ancora bolle in pentola? Il viaggio che dovranno intraprendere i nostri reietti non è ancora finito e un male ancora più oscuro sta ritornando in superficie. Saranno pronti per affrontarlo?

Ricapitoliamo velocemente quanto accaduto in L’Acciaio Sopravvive, in modo da riprendere le fila della storia prima di imbarcarci nelle vicende del secondo volume: I Dwenda hanno fatto irruzione a Beksanara, dichiarando guerra per riconquistare la contesa terra che tanto desiderano. Con una lunga battaglia ricca di sangue e fatica, Ringil, Egar e Archeth  riescono a fermare l’avanzata nemica senza risparmiare nessuno. Alla fine dello scontro, i destini dei protagonisti cambieranno drasticamente. Vediamo dunque cosa accadrà nel secondo e impetuoso volume.

Il gelo comanda: “C’è un cuore di tenebra nella vampa”

La storia di Il gelo comanda riprende dopo circa un anno le vicende accadute in L’Acciaio Sopravvive, ritrovando gli stessi eroi prede dei sentimenti con cui sono stati lasciati nel precedente libro: Ringil assetato di vendetta, Egar perennemente annoiato e la talentuosa Archet ancora ricca di aspettative. Richard K. Morgan anche questa volta non delude e fa dono di una trama molto intricata che segue i tre filoni dettati dai protagonisti principali. I tre percorsi procedono separatamente per poi incrociarsi in un finale senza precedenti, lasciando il lettore entusiasta di recuperare al più presto il volume conclusivo della trilogia.

Con L’acciaio Sopravvive, l’autore introduce un mondo pieno di insidie, violento e truce ma è solo un assaggio di quanto si troverà in Il gelo comanda. In questo secondo volume, infatti, la storia si fa ancora più avvincente, portando il lettore a conoscere un mondo sempre più oscuro e caratterizzato da tecnologie aliene, mondi grigi dove il tempo sembra essersi fermato, spettri oscuri, divinità discese sulla terra e persino draghi.

Quali sono i punti forza di questo secondo romanzo? Sicuramente lo stile di scrittura. Fin dal primo libro, Morgan ha abituato il proprio pubblico a una narrazione senza peli sulla lingua, intuendo quello che il lettore si aspetta senza che gli venga risparmiato nulla. Il vocabolario duro, diretto e molto spesso esplicito è in grado di conquistare anche un lettore non avvezzo al genere ma che possiede uno stomaco abbastanza forte da sopportare la crudezza di certe immagini. Sbudellamenti, sesso, droga, stupri e teste mozzate sono solo alcuni degli esempi di quanto si possa trovare in questo libro.

“Parlano di te”

Parlando del protagonista, Ringil è un eroe fuori dagli schemi ed è amato dal pubblico proprio per questo. Oltre ad essere l’indiscusso padrone della scena, è un personaggio dall’animo complesso e ben caratterizzato in tutte le sue sfaccettature. All’inizio di questo libro, si trova esiliato e rinnegato dalla propria famiglia a causa delle azioni compiute nel tentativo di ritrovare la cugina. La sete di vendetta contro i commercianti di schiavi è la sua forza motrice e, insieme alla fedele arma Amica dei Corvi, non risparmia chiunque lo ostacoli lungo il cammino.

Nel frattempo, Archeth ed Egar proseguono con la loro storia. Al termine della guerra contro i Dwenda,  Egar decide di seguire l’impavida Archeth a Yheltet, dove trovano una situazione molto critica a seguito degli attacchi subiti dalla Cittadella. L’Imperatore Jhiral affida ad Archeth il compito di difendere la città rendendo Egar insoddisatto e annoiato, tanto da rimpiangere i tempi passati a fianco di Ringil. Prima di farsi travolgere da un loop senza via di uscita di sensazioni negative, decide di lasciare Yheltet per intraprendere una nuova avventura solitaria con lo scopo di rendersi utile ai suoi due amici.

Come si è potuto notare già nel primo volume, Morgan dà vita a tantissimi personaggi che possono creare confusione nel lettore anche a causa dei nomi complicati e difficili da ricordare. Sarebbe stato utile avere un indice dei nomi a fine volume per rendere la lettura molto più agevole.

“Siamo ciò che creiamo”

Il Gelo Comanda può rivelarsi una lettura ardua che richiede al lettore di avere la mente sgombra da altri pensieri e pronta ad assorbire i tantissimi dettagli ed eventi di questa lunga e intricata storia. Il finale lascia con l’amaro in bocca, moltissimi dubbi e, soprattutto, grandi paure. Ci si domanda cosa accadrà ai protagonisti, certi che Morgan abbia in serbo per loro imprese sempre più difficili.

Cosa resta degli eroi è una trilogia magnifica in tutta la sua complessità e spicca per originalità nel mare delle saghe fantasy più note. Tutto però ha una fine e le avventure di Ringil e dei suoi compagni si concludono nel terzo volume intitolato L’Oscurità Profana. Questo libro è un viaggio che richiede un bagaglio emotivo non indifferente. La storia entra sempre più nel vivo e, pagina dopo pagina, viene sbrogliata  rendendo più comprensibile il mondo creato da Morgan.

L’oscurità profana: “Io vedo quello che hanno visto le akyia Gil. Vedo quello che potresti diventare, se solo tu lo volessi.”

I destini di Ringil, Archeth e Egar si sono nuovamente incrociati e insieme sono pronti a intraprendere una nuova oscura missione. Dopo due libri, il lettore ha imparato a conoscere tutte le loro peculiarità: non si sono mai arresi di fronte alle difficoltà, rialzandosi con la spada in pugno per sconfiggere ogni nemico.

Richard K. Morgan conferma ancora una volta quanto il mondo da lui creato sia infimo e oscuro e in questo terzo volume presenterà ulteriori nuove sfaccettature. Saranno 816 pagine ricche di sangue, distruzione e colpi di scena. Se tutto ciò non sembra ancora abbastanza, l’autore ha dato sfogo a tutta la sua immaginazione per creare nuovi personaggi e creature davvero fuori dalle righe. Inoltre, ha dato vita a luoghi finora inesplorati e conosciuti solo da alcuni personaggi come i Timonieri. Nonostante tutte queste novità, il ritmo della narrazione rimane fluido e coerente dal primo al terzo volume della trilogia, portando il lettore a vivere un’esperienza indimenticabile a trecentosessanta gradi.

Un altro punto forza di questa trilogia, e che spicca particolarmente nel terzo volume, è la caratterizzazione dei personaggi. Tutti i nodi che l’autore aveva lasciato in sospeso vengono al pettine, si scopriranno misteri dei protagonisti che finora non erano stati svelati e si scaverà a fondo nel loro io interiore. Questa introspezione è un aspetto molto apprezzato dal lettore ma non è sempre scontato trovarla in un libro fantasy.

Finale si finale no?

Il finale della trilogia potrebbe essere molto destabilizzante, nonostante il lettore non se lo aspetti semplice o banale. Richard K. Morgan propone un finale aperto, concedendo al suo pubblico la libertà di interpretarlo nella maniera più appagante possibile. Quel che è certo è che al termine di L’oscurità profana il lettore sentirà talmente tanta nostalgia da provare l’esigenza di ricominciare l’avventura dall’inizio.

Richard K. Morgan ha realizzato un capolavoro senza precedenti spingendo il grimdark fantasy verso nuovi scioccanti confini. Difficile dire quale dei tre volumi sia il più bello, se L’acciaio Sopravvive, Il Gelo Comanda o L’oscurità Profana, ma sicuramente chi inizierà questo viaggio spettrale non ne rimarrà deluso. L’invito è quello di avere coraggio e aprire la mente. Si ringrazia Mondadori per aver riportato dopo dieci anni questo gioiellino in Italia.