
Vi siete mai chiesti come nascono le stagioni? Secondo una leggenda, un mito, è stata Demetra a crearle a causa della disperazione provata per il rapimento di sua figlia Core, meglio conosciuta poi come Persefone. Ma chi sono Demetra e Core? E perché quest’ultima è stata rapita? Siete intrigati dalla mitologia greca, oppure volete leggere una nuova versione della storia? Se sì, è giunto il momento di addentrarvi nella vicenda di Io sono Persefone, romanzo d’esordio dello scrittore e insegnante Daniele Coluzzi, edito Rizzoli.
Core, figlia della dea Demetra, dea della terra, è una ragazza che ama vivere e vagare per i campi illuminati dal sole, ama stare tra le divinità dell’Olimpo, con le sue tre più care amiche e sembra aver ben chiaro che cosa vuole dalla vita. Seguire le orme della madre e compiacerla in tutto e per tutto, stando sempre al suo fianco. Demetra decide per lei molte cose, tra cui il voto di castità. Core non si innamorerà mai e non si cederà a nessun uomo, Dio o mortale che sia.
Ma è davvero questo il suo destino? O forse qualcosa cambierà in lei dopo che verrà rapita da Ade, dio dell’Oltretomba? Core dovrà convivere con l’accaduto, dovrà imparare ad ambientarsi nel regno dei morti e fare i conti con il suo rapitore. Riuscirà a fuggire da quel luogo che tanto disprezza? Oppure questo nuovo mondo le farà cambiare idea, le farà capire che quello che aveva sempre creduto decisione sua, in realtà non lo era?
La storia di Core, divenuta Persefone
Il libro, che conta meno di duecento pagine, è composto da quattro parti, una per ogni stagione. La storia si apre con Core che, incantata da fiori di campo e intenta a raccoglierli per portarli a sua madre, si imbatte all’improvviso in tuoni e scosse. Stordita da quando sta accadendo, quasi non si accorge della voragine che si è aperta sotto i suoi piedi e della figura che emerge per portarla con sé nel punto più profondo della terra: il regno degli Inferi. Anche se non viene ancora nominato, risulta chiaro che la figura oscura è Ade, dio dell’Oltretomba e dei morti. Ma perché è emerso per rapire Core? Quali sono le sue intenzioni? E perché proprio lei?
Nel primo vero capitolo (Estate) si torna indietro nel tempo, tramite un ricordo di Core, antecedente il rapimento. L’episodio inizierà a far vacillare le sicurezze e i pensieri sull’amore che si era creata la protagonista. Successivamente si torna al presente, con il racconto del mondo dei morti e la descrizione delle giornate inquiete di Core, che tenta in tutti i modi di fuggire per tornare da sua madre. Gli incontri con altre creature mitologiche e con le anime dell’ombra saranno fondamentali per la crescita personale di Persefone.
“La terra è un dono che non durerà per sempre. Bisogna rispettarla e temerla, proprio come si rispettano e si temono gli dei.”
Un aspetto importante e che colpisce in questo libro è il fatto che, a differenza di tanti altri retelling sul mito di Ade e Persefone, la parte romantica e il rapporto tra i due protagonisti è messo quasi in secondo piano per dare pienamente spazio all’evoluzione di Core.
Del resto, cosa ci può essere di romantico nell’essere rapite, obbligate a nozze con lo zio e tenute prigioniere in un mondo odiato?
Nel suo percorso Persefone si chiederà più volte se quello che desidera davvero è rimanere per sempre la casta figlia di Demetra, oppure iniziare una vita indipendente.
Durante la permanenza negli inferi, Core si trova a contatto diretto con una nuova realtà e si renderà conto che non tutto quello che le hanno sempre raccontato o che ha sempre creduto di sapere sul regno di Ade è vero. Capirà che non tutto è caldo e splendente come i campi in cui ha sempre vagato e realizzerà anche che non tutte le anime meritano punizioni eterne. Per tutta la vita, le decisioni che la riguardavano sono state prese da altri: la castità decisa da sua madre, il matrimonio e la trasformazione in regina degli inferi da parte di Ade. Ma qui, in questo regno tanto disprezzato, Core, ormai diventata Persefone, troverà il suo scopo, il suo obiettivo di vita e finalmente deciderà cosa è meglio per lei, cosa davvero la rende felice ed appagata.
“Prendo fiato e mi giro verso le anime che mi stanno seguendo. Sono talmente tante che non riesco a vederle tutte. Mi prendo un attimo per guardarne alcune. Sono sveglie, ormai, e sono consapevoli di essere morte. […] Soltanto loro mancano all’appello: i grandi eroi. Saranno loro a guidarci fuori da qui. Un’armata costituita dai più grandi combattenti della storia ci condurrà di nuovo a rivedere il sole.”
Come romanzo d’esordio, Io sono Persefone è un ottimo biglietto da visita per l’autore. Si tratta di un’opera consigliata a tutti. Lo stile è molto semplice, limpido, scorrevole e questo la rende adatta sia ad adulti che desiderano leggere una nuova versione del mito, che ad adolescenti che vogliono approcciarsi ad esso per la prima volta. La storia si legge molto facilmente, perché nonostante la conoscenza di base sul mito di Ade e Persefone, è sempre bello leggerne sfaccettature nuove.
Molto belle e interessanti sono anche le descrizioni delle varie anime che dimorano nell’oltretomba, la spiegazione del perché sono lì e quali sono le varie pene che subiscono.
Moltissimi sono i richiami ad altri miti, da quello di Aracne, a Orfeo e Euridice.
Il romance è presente? Come già detto, solo in parte. Lo si percepisce, ma molto velatamente. Non vengono mai descritte scene estremamente romantiche tra Ade e Persefone. E va bene così, perché l’intento dello scrittore non era di certo questo, anzi.
Al centro c’è sempre Core/Persefone e la sua crescita, la sua presa di posizione, la sua consapevolezza riguardo sé stessa e il mondo che la circonda. Il viaggio nell’oscurità è necessario per poter tornare a rivedere la luce.