
Vi spingereste mai ad affrontare qualcosa di potenzialmente letale e dagli sviluppi ignoti per salvare le persone a cui tenete di più? Forse la maggior parte di voi risponderebbe con un: “Dipende dal caso”, ma non Yuji Itadori, protagonista di Jujutsu Kaisen – Sorcery Fight, manga di Gege Akutami, edito dalla Panini Planet Manga.
La trama è un po’ la “classica” degli shonen, dove troviamo un ragazzo fuori dal comune che si sacrifica per salvare il suo gruppo di amici. La sua volontà di immolarsi, lo porta ad aprire un mondo sconosciuto fatto di maledizioni, stregoni, feticci, scuole dell’occulto e un quantitativo smisurato di personaggi strani con cui avrà a che fare. Ovviamente, come stabilisce uno shonen che si rispetti, non mancheranno le schiere di persone che vogliono il nostro protagonista morto, al punto da creare fazioni e lotte interne che verranno però stravolte dagli avvenimenti che accadranno andando avanti con la storia.
“Se ti avvicini troppo all’abisso, l’abisso potrebbe diventare parte di te.”
Sono queste le parole con cui ci viene presentato Jujutsu Kaisen. Lo scenario che si presenta a chi legge è estremamente dark, pieno di azione, momenti tristi alternati a situazioni ironiche, in aggiunta a qualche colpo di scena. Non è facile creare un prodotto diverso e originale in un mercato così saturo come quello degli shonen, ma Gege Akutami ci è riuscita eccome.
Il ritmo con cui si susseguono gli avvenimenti è inizialmente più lento come se ci fosse la volontà di abituare il lettore alla realtà di cui sta leggendo, per poi, in pochi capitoli, rivoluzionare tutto il contesto assieme all’inserimento di un elevato numero di personaggi nuovi, che danno ai contenuti una notevole spinta sull’acceleratore. Per tale ragione, non vi nego che ci si può ritrovare abbastanza confusi. Quest’ultimo aspetto, inoltre, caratterizza principalmente la seconda parte della storia letta finora.
Un elemento poco curato che ha leggermente alimentato la confusione di una storia solo in apparenza semplice, è dato dalle innumerevoli informazioni fornite, dalle tecniche di utilizzo dei poteri, dai personaggi, dai nomi, dai luoghi e dagli eventi collocati su linee temporali differenti. In più, considerando l’uscita di un volume ogni due mesi, è complicato assimilare insieme tutto quanto. Per questo, i disegni giocano un ruolo importante all’interno del caos generale.
Mancanza di empatia o necessità che il lettore non si affezioni a nessuno?
Dunque, come è stato già detto, i volti che compaiono sono tanti, alcuni di contorno e altri principali. La loro caratterizzazione, se da un lato è ben focalizzata su determinati aspetti, dall’altro non c’è la minima introspezione sull’animo del personaggio. L’unico a porsi eventuali domande è Yuji Itadori. Degli altri, protagonisti e non, conosciamo solo il nome, la loro maledizione e un background veloce.
La domanda che faccio è la seguente: “È mancanza di empatia da parte dell’autore nel farci immedesimare nei vari personaggi o è una necessità dell’opera, affinché il lettore non si affezioni troppo, mossa a causa di un eventuale sostituzione dei personaggi nel tempo?” Non credo sia la prima né la seconda, dipende sempre da come si interpretano gli avvenimenti e cosa tocca le corde dell’animo umano. Ciò che può ferire me, può non suscitare nulla in un’altra persona e viceversa.
Sicuramente Jujutsu Kaisen è un’opera matura, realistica, dove gli avvenimenti che accadono hanno un peso e uno spessore e come tali vanno trattati. Non ci sono cliché o power up o meglio, quest’ultimi ci sono, anche se di fronte a un personaggio come Satoru Gojo forse servono a poco, ma sono carichi di sofferenza, fatica e innumerevoli perdite.
E le donne in Jujutsu Kaisen?!
Vi chiederete, perché tiro fuori questo argomento? Non è facile attrarre il pubblico femminile verso opere tipicamente pensate per un’audience maschile, ma Gege Akutami ci è riuscita eccome. Il motivo? Perché lei stessa è una donna. Pensiamo ad esempio al personaggio di Nobara Kugisaki. Quante di noi si sono identificate in lei? Io tanto. È una figura femminile che finalmente lotta, non sta ferma in un angolo ad aspettare che un principe la salvi e non è stereotipata come nella maggior parte degli shonen. È coraggiosa, audace, forte ma anche fragile, un po’ come lo sono tutti gli esseri umani.
Perché allora dovreste leggere Jujutsu Kaisen?
Perché è un valido prodotto, intrattiene, seppur mandando un po’ in confusione, perché alcuni colpi di scena sono più devastanti di altri e per quanto non ci sia tutta questa introspezione dei vari personaggi, finirete per affezionarvici lo stesso. È un’opera diversa dalle solite, carica di azione e lotte, e poi… beh… perché c’è Satoru Gojo!