Kasajiro, Afferra-Tatami | Recensione

Kazuo Koike, dopo Samurai Executioner, continua a stupire il pubblico aggiungendo, all’ormai completo affresco sul Giappone dell’era feudale, un’altra interessantissima opera. Una miniserie di nome Kasajiro, Afferra-Tatami storia di – per l’appunto – Kazuo Koike e disegni di Goseki Kojima, edito in Italia da Goen.

Ambientato nel periodo Edo, il manga segue le indagini condotte dall’ufficiale Sakane Kasajirō e il suo matrimonio con Sakane Shinko. Non mancheranno neanche i cameo del “decapitatore” Yamada Asaemon, che continua a esercitare la sua sanguinosa professione in attesa del fatidico incontro con un “lupo solitario”…

Quando parliamo di Koike e Kojima, ci vengono subito in mente le serie madri di Lone Wolf and Cub o Samurai Executioner, e chiunque abbia seguito queste opere avrà familiarità con il mangaka e i suoi drammi “ben vestiti”. Infatti, anche in Kasajiro, Afferra-Tatami lo schema narrativo sarà il medesimo. Le storie, con una continuità minima, esaminano le vite di alcuni personaggi, in questo caso del poliziotto Kasajiro, detto “afferra tatami”.

Il lavoro investigativo di Kasajiro e le imprese di lotta al crimine.

Una narrazione su più strati che si interseca in uno snodo tra il lavoro e la vita di Kasajiro. Chi avrà l’opportunità di leggere l’opera non avrà solo la grande fortuna di immergersi in un periodo storico sempre affascinante e dai mille costumi (ambientazione di cui parlerò a breve), ma anche la possibilità di esaminare attraverso il racconto la vita delle persone di quell’epoca.

E se Lone Wolf and Cub è il manga che ha fatto la storia grazie al suo “raccontare” il Giappone Feudale, da sempre matrice di spunti e suggestioni per qualsiasi medium artistico, con Kasajiro, Afferra-Tatami, avrete la possibilità di gustarvi la quotidianità di quel periodo. Di chi viveva e sopravviveva in quell’era.

Ma del resto da Koike, mangaka importantissimo della corrente fumettistica giapponese, e ricordiamo sempre autore di titoli come Samurai ExecutionerLady Snowblood e Crying Freeman, non potevamo aspettarci qualcosa di diverso.

Violento e brutale: il Giappone dell’era feudale.

Il contesto storico non può che colpire un qualsiasi appassionato del nostro amato paese del Sol Levante. Infatti, l’inizio dell’era feudale del Giappone viene fatto istituzionalmente risalire al 1185, anno che sancisce la fine del prosperoso periodo Heian. La veridicità che Kazuo Koike porta anche in Kasajiro è strabiliante. Gli usi, i costumi, le dinamiche sociali, la serenità di una vita comune fatta di momenti quotidiani, il mondo del lavoro, il sesso, tutto questo e altro ancora visto da una lente diversa dal punto di vista storico. Infatti, la prospettiva che avrete leggendo l’opera sarà quella più umana, più usuale, terrestre, vera.

Il ritmo dell’opera risulta piacevole e fornisce alcuni giri ad alto brivido. Gradevole è anche il susseguirsi delle scene, sia quelle più tranquille sia quelle meno, e soprattutto poetici i momenti di erotismo. Questi trasudano eros e strizzano l’occhio all’eleganza del teatro Giapponese. Non c’è solo sessualità, ma una voglia diretta di togliere totalmente l’aspetto psicologico dell’occidentalizzazione anche nel momento più hot. Questo rende tutto poetico.

Sebbene Kasajiro sia il personaggio principale, come già accaduto allo stesso in altre opere del team creativo, saranno le figure intorno a lui che faranno muovere il tutto fornendo sempre dei contrappunti interessanti per l’evoluzione della storia. Il vero fulcro dell’opera è proprio la sua forte dipendenza nell’esplorare l’universo narrativo di Koike.

Imparare dai manga non è stata mai una cosa facile, nonostante gli asterischi che portano il lettore a capire cosa e quando. Ma in Kasajiro vi verrà spiegato davvero tutto. Infatti in questo primo volume affronteremo una serie di capitoli dai nomi al quanto affascinanti: che cos’è una coppia di Jitte, l’arte dell’annodare con Yanoji obi e strani modi di dire alla Kugami Rakuzume. Interessante? No! Di più.

Saizo Porta-in-spalla

Kojima, che prende spunto dall’arte gekika, realistica e risalente agli anni ‘70, risulta essere sempre senza tempo. Infatti lo stile dell’artista si intreccia ogni volta perfettamente con la filosofia del Giappone feudale: ogni cosa resta immutata, silenziosa e calma nonostante tutto. Il dettaglio al sangue e alla nudità risaltano quella che posso definire un’evoluzione naturale. Non c’è niente di forzato. I particolari densi portano a distinguere benissimo sia i personaggi principali che quelli secondari e terziari mettendoli in egual modo a fuoco.

Lo stesso livello di dettaglio va negli sfondi. Essi mostrano tutta l’essenza e l’atmosfera del giorno, della notte, dei villaggi mettendo l’accento sul ritmo di vita, attività e sociale, che si ripetono giorno dopo giorno. Tutto questo, assieme al minimalismo dell’artista che, diversamente dal solito non toglie ma aggiunge pulizia, fornisce uno spettacolare ritmo visivo di forte impatto. L’edizione di casa Goen è molto ben strutturata e piacevole da maneggiare. Inoltre potrete girare la sovraccoperta per averne un’altra versione vintage molto da manga anni ‘70.

In conclusione, grazie a Goen che non sta sbagliando un colpo, con Kasajiro, Afferra-Tatami, avrete la possibilità di espandere l’universo magico e culturale ma soprattutto storico e sociale del Koike Shoin. Un altro argomento affascinante con il ritorno del poliziotto Kasajiro che da sempre dà la caccia ai criminali più subdoli del Giappone. Un’altra perla, un altro classico seinen storico da tenere in libreria.