La lunga strada tortuosa – Recensione

La lunga strada tortuosa

Quando esce l’ultimo volume di una serie, c’è sempre quel sentimento contrastante tra la felicità di rivedere certi personaggi e la malinconia nel doverli lasciare andare. Capita soprattutto con storie dove il lettore si è sentito particolarmente a casa e ha condiviso tutte le gioie e i dolori dei protagonisti. È così che ci si appresta a leggere La lunga strada tortuosa, quarto e ultimo capitolo della serie Seafare Chronicles di TJ Klune, edito Triskell Edizioni nella collana Rainbow.

La storia di Bear, Otter e Kid è giunta ormai al suo capitolo finale, ma prima di arrivare al tanto agognato “…e vissero per sempre felici e contenti” ci sono altre curve da affrontare, altri personaggi da conoscere.

Una ragazzina che non ha un altro posto dove andare bussa alla loro porta.

Una telefonata improvvisa comunica novità inaspettate.

Un fratello torna finalmente a casa dopo aver imparato a camminare da solo.

E, mentre questi tre elementi convergono, le vite di tutti subiranno una svolta dalla quale sarà impossibile tornare indietro.

La vita è imprevedibile e gira, gira, gira. Come una trottola.

Se non avete ancora conosciuto Bear, Otter e Ty o necessitate di un ripasso delle loro avventure, vi consigliamo di leggere le recensioni dei primi tre libri della serie:

  • Bear, Otter e Kid (qui insieme al secondo)
  • La nostra identità
  • L’arte di respirare (qui)

Si avvisa che da qui in avanti l’articolo conterrà spoiler legati agli avvenimenti antecedenti La lunga strada tortuosa.

I primi due romanzi della serie sono narrati dal punto di vista di Bear, mentre il terzo da quello di Ty. Il capitolo conclusivo torna a essere dal punto di vista di Bear e inizia con il prologo in corrispondenza dell’epilogo di L’arte di respirare.

Dove avevamo lasciato i nostri protagonisti? Ty, dopo aver combattuto gran parte dei suoi demoni a Seafare, dopo essersi riconciliato con l’amore della sua vita, nonché migliore amico Dom, dopo aver affrontato la madre e conosciuto la sorella Izzie, torna al college per completare gli studi. Nel frattempo, Bear e Otter intraprendono un percorso per diventare genitori tramite maternità surrogata e nel preciso momento in cui scoprono di essere in attesa di due gemelli, si presenta alla porta Izzie dicendo che la loro madre è morta e che non ha alcun posto dove andare.

Sembra proprio che non ci sia un attimo di pace per Bear e Otter che si troveranno ad affrontare nuove sfide che metteranno alla prova persino la stabilità del loro legame. Come sempre, però, non saranno soli e potranno contare sull’affetto e sui consigli di tutti i membri della loro pazza famiglia.

La famiglia non è definita dal sangue. Non sono le persone da cui siete nati, ma quelle che scegliete per accompagnarvi nel cammino della vita.

La prima parte del libro ripercorre alcuni eventi principali di L’arte di respirare ed è necessaria per fornire al lettore uno sguardo a trecentosessanta gradi sul problema degli attacchi di panico e della dipendenza da farmaci. Con il volume precedente li abbiamo vissuti dall’interno, percependo vividamente le insicurezze e le paure che hanno portato Ty a soffrirne. In questo capitolo, invece, assistiamo alle angosce che attanagliano chi si ritrova ad aiutare la persona con il problema. Lo stupore di chi dopo tanto tempo apre gli occhi su qualcosa che avrebbe dovuto essere lampante ma che la fiducia e l’amore incondizionato hanno celato molto bene. Lo schiaffo che arriva quando finalmente si prende coscienza che si deve intervenire, a costo di farsi odiare da chi in quel momento ritiene di non aver bisogno di aiuto. Questo è il passato di Bear ma per fortuna certi demoni sono stati sconfitti.

Nel presente, Bear e Otter si scontrano con i problemi che affrontano tutte le coppie in procinto di diventare genitori. La paura di non essere dei padri all’altezza, di non dare ai propri figli tutto l’amore e gli insegnamenti di cui hanno bisogno e di trascurare, anziché coltivare, l’amore di coppia. Quest’ultimo aspetto è forse uno dei timori più grandi perché si pensa sempre a mettere al primo posto esclusivamente il benessere dei figli ma, spesso, dimenticandosi di dare importanza anche a sé stessi e al proprio partner. E così, quando dopo anni di relazione la situazione sembra stabile e consolidata, non si deve abbassare la guardia ma continuare a fare squadra per guardare avanti sempre insieme.

La strada che si snoda davanti a voi potrà essere lunga e tortuosa, ma fintanto che che vi ricorderete di amarvi dal profondo del cuore, sarà un viaggio degno di essere intrapreso.

Tante altre sono le tematiche affrontate in questo libro, gran parte delle quali già sviluppate dal primo capitolo della serie e maturate nel corso della storia insieme ai protagonisti. Se siete arrivati a leggere fin qui sicuramente sapete cosa vi aspetta leggendo un libro di Klune e, pertanto, non anticipiamo altro ma garantiamo che il livello di questa serie ricca di emozioni si mantiene elevato fino all’ultima pagina.

La lunga strada tortuosa chiude un ciclo durato più di dieci anni. In quattro libri abbiamo visto nascere l’amore tra Bear e Otter e visto costruirsi la loro famiglia, prima in tre fino a un numero non proprio definito. Abbiamo visto un giovane ecoterrorista vegetariano di nove anni diventare uno dei migliori studenti di un college prestigioso, lo stesso che ha affrontato un momento buio della propria vita ma circondato dall’amore di chi lo ha sempre sostenuto. Lo abbiamo visto innamorarsi e imparare a respirare. Abbiamo visto gente nuova entrare a far parte della famiglia e gente che continua a farne parte da una posizione privilegiata. Abbiamo riso dietro ai voli pindarici di Bear e pianto sia di gioia sia di dolore.

Adesso è il momento di dire addio a questa splendida famiglia e purtroppo, ad oggi, siamo sicuri che non sarà un arrivederci, perché Klune saluta il lettore affermando che non ci sarà nessun Next generation. Ma del resto chi lo sa davvero? Quello che ci insegna questo libro è che la vita è sempre ricca di sorprese, nonostante la lunga strada tortuosa da percorrere.