
Uno dei titoli più attesi del catalogo estivo di Triskell Edizioni è sicuramente L’arte di respirare, terzo libro della serie Seafare Chronicles di Tj Klune. Abbiamo già parlato dei primi due volumi nell’articolo dedicato e, se ve lo siete perso, potete recuperarlo qui. In questo terzo capitolo, la storia si intreccia con le vicende della serie A prima vista, perciò, prima di approcciarsi a L’arte di respirare, si consiglia la lettura del libro Dimmi che è vero, sia per non guastarsi la lettura di quest’ultimo con i diversi spoiler che troverete, sia per conoscere già i nuovi personaggi che faranno capolino nella vita di Ty.
Tyson Thompson si è diplomato al liceo a sedici anni e ha lasciato la città di Seafare, nell’Oregon, diretto verso quello che gli sembrava un futuro migliore. Ha presto scoperto che il mondo reale ha i denti e torna sulla costa dopo quattro anni di fallimenti. Suo fratello, Bear, e il marito di suo fratello, Otter, credono che tornare a casa sia esattamente ciò di cui Tyson ha bisogno per ritrovare se stesso. Circondato dalla famiglia nella Mostruosità Verde, Tyson tenta di rimettere insieme i pezzi della sua vita spezzata.
Ma poco dopo il suo arrivo a casa, Tyson si trova faccia a faccia con l’inevitabilità sotto forma del suo amico d’infanzia e primo amore, Dominic Miller, che non vede dal giorno in cui ha lasciato Seafare. Quando le loro strade si incrociano, vecchie ferite si riaprono, nuovi segreti vengono rivelati e Tyson scopre che c’è di più nella sua stessa storia di quanto non gli fosse stato detto tanti anni prima.
Mi chiamo Tyson James McKenna. Vivo insieme a Bear, mio fratello, e Otter, il suo compagno. Non dirmi niente, lo so: chi ha dei nomi del genere? Bene, prima di andare avanti mi sento in dovere di informarti che tutti mi chiamano Kid. Tipo Billy the, ma senza quella parte, solo Kid. Non saprei da dove lo abbiano tirato fuori, però mi è rimasto attaccato addosso.
In Bear Otter e Kid e La nostra identità, Ty era un bambino di nove anni. Il suo quoziente intellettivo era molto alto, tanto da aver avuto l’opportunità di saltare un anno di scuola. Era un vegetariano e animalista convinto e, già allora, sosteneva battaglie che lo hanno portato a essere definito il più giovane ecoterrorista in erba. Era un bambino che a cinque anni è stato abbandonato dalla madre, evento che lo ha portato a soffrire di attacchi di panico. Quando uno di questi attacchi si presentava, Ty sentiva i terremoti e si rifugiava nella vasca da bagno, dove l’unica cosa in grado di calmarlo era l’abbraccio di suo fratello Bear. Era un bambino solare, amato da tutti, divertente e con la risposta sempre pronta.
All’inizio di L’arte di respirare, Ty è ancora tutto questo ma è diventato un giovane ragazzo di sedici anni che si sta preparando per andare al college, lasciando Seafare e tutti gli amici che lo hanno accompagnato durante la sua crescita. Soprattutto, dovrà separarsi da Dominic, quel ragazzone di ventuno anni dalla voce roca che si è messo in testa di fare il poliziotto. Dom, il suo migliore amico e primo amore.
In questo momento non importa. Non importa come mi sento. Come non voglio sentirmi. Quello che ho fatto; quello che ha fatto lui; quello che non ha fatto. Niente di tutto ciò conta davvero. Lui è Dom. Io sono Ty. Siamo inevitabili. Solo questo è importante.
I quattro anni di college non sono stati come Ty se li aspettava. Essere uno degli studenti più giovani e intelligenti si è rivelato essere più un fardello che un vantaggio. La pressione sociale si fa schiacciante e l’ansia si intensifica, fino al punto in cui Ty deve necessariamente prendersi una pausa per non farsi annientare. E così, a vent’anni, ritorna a Seafare, dove spera di rimettere a posto i pezzi della sua vita e capire cosa fare del suo futuro.
Ad accoglierlo ci sono però anche diversi conti in sospeso e verità che Ty che non ha voluto affrontare, preferendo chiuderle a chiave in un cassettino molto nascosto del suo cuore. L’impatto con la sua vecchia vita è molto forte, tanto che gli sembra di aver di nuovo dimenticato come si fa a respirare ma questa volta non può più scappare rifugiandosi nella protezione di Bear e Otter.
Il conto in sospeso più grande è Dominic ma spetta al lettore scoprirne la ragione. Quel che è certo è che il legame che unisce questi due protagonisti è molto più forte di tutte le problematiche che possono averli accompagnati finora. Accomunati da un passato doloroso e di caratteri opposti, Ty e Dom dovranno solo riuscire a ritrovarsi perché, come più volte si ripetono, loro due sono inevitabili.
«La terapia è una stronzata. Sto qui ad ascoltarti parlare e ti offro bei consigli, ma sta a te capire come uscirne. Ed è esattamente quello che succede, la maggior parte delle volte. Ti lascio credere che ti sto aiutando, ma sei tu che devi aiutare te stesso. Io ti insegno come si fa a respirare, Tyson, ma sei tu che devi farlo.»
Una delle tematiche principali di L’arte di respirare è indubbiamente quella dei disturbi mentali e della terapia psicologica. In questo caso, il protagonista soffre di attacchi di panico che da quand’era bambino hanno condizionato la qualità della sua vita e le interazioni con le persone a lui care. Dall’età di nove anni è seguito da uno psicologo che lo ha accompagnato in un percorso personale affinché stesse meglio e potesse avere i giusti mezzi per gestire la propria quotidianità.
Klune pone particolare attenzione sull’importanza della terapia, sdoganando quegli stereotipi che ancora oggi portano le persone a vederla come qualcosa di negativo e invalidante. Andare dallo psicologo non è un fallimento ma è ammettere di avere un problema e cercare di risolverlo. È prendere il controllo della propria vita senza farsi sconfiggere dalla paura di affrontarla; è un atto coraggioso per il proprio benessere fisico e mentale.
In questo libro, inoltre, viene presentatə unə ragazzə bigender. Il bigenderismo è una sottocategoria del transgenderismo, dove la persona si identifica con entrambi i sessi, vivendo sia come uomo che come donna e passando da un genere all’altro a seconda di come si sente a proprio agio. Klune ne parla in modo quasi divulgativo ed è uno dei grandi pregi di questo scrittore: riesce a informare intrattenendo. Con questo personaggio affronta una sfaccettatura dello spettro queer ancora poco nota a causa delle scarse testimonianze nei media. Anche in questo caso si richiama la tematica del disturbo mentale, in quanto le persone transgender hanno sempre dovuto affrontarne il pregiudizio: una persona transgender non è malata, è solo se stessa e merita di avere tutti i mezzi e l’empatia per autoaffermarsi in una società eteronormata e binaria.
Devi solo respirare. Solo respirare. Dentro. Trattieni. Uno. Due. Tre. Fuori. Trattieni. Uno. Due. Tre…
L’arte di respirare è forse il libro più difficile e doloroso della serie Seafare chronicles ma, come in tutti i libri di Klune, non mancano mai i momenti divertenti al limite dell’esilarante. Ty è proprio fratello di Bear, per cui anche in questo caso sono presenti i lunghi flussi di coscienza che portano il protagonista a improbabili viaggi mentali. Ad alleggerire ulteriormente l’atmosfera, aiuta inoltre l’incontro con Paul Auster e la Drag Queen Helena Handbasket, protagonisti della seria A prima vista, la più leggera e spassosa tra le serie di Klune pubblicate in Italia.
Ovviamente, anche Bear e Otter continuano ad essere una presenza importante per la storia e per la crescita di Ty. Fortunatamente, le avventure di questi protagonisti molto amati non sono ancora finite perché manca il capitolo finale dal titolo La lunga strada tortuosa, che si spera Triskell Edizioni pubblicherà al più presto.