
Le vergini è il secondo libro pubblicato da Alex Michaelides, dopo il successo del suo primo romanzo La paziente silenziosa. In Italia, è stato pubblicato il 26 ottobre di quest’anno, edito Einaudi. È un thriller dark academia, in cui l’autore mescola tutte le peculiarità di questi due generi.
Ci sono professori capaci di incantare e far scoprire universi interi. È il caso dell’eccentrico, coltissimo Edward Fosca, il cui corso di tragedia greca è seguito con passione quasi ossessiva. Tanto che alcune studentesse, conquistate e rapite da quelle storie antiche, hanno fondato una setta segreta: Le vergini. Ma le ombre dei miti classici arrivano a minacciare gli alti saloni e le guglie gotiche di Cambridge. E quando alcune ragazze vengono ritrovate uccise molti degli indizi conducono proprio al professor Fosca. Una di queste ragazze è un’amica della nipote di Mariana, una psicoterapeuta di gruppi che è determinata a provare la colpevolezza del professor Fosca. Mariana si farà mille domande durante questa indagine, ma eviterà la domanda più importante: e se non è stato lui?
“Spesso ho sentito dire che il dolore intristisce la mente, perché la fa pavida e diversa da sé stessa. Smettiamo dunque di piangere e pensiamo alla vendetta.”
Dalla trama si nota come questo libro si discosti dagli altri romanzi dello stesso genere in quanto viene presentato subito al lettore il colpevole (o, per essere precisi, il sospettato numero uno della protagonista): il professor Fosca. Fosca è un giovane professore di tragedia greca, è atletico, affascinante e ha un aspetto “carismatico, addirittura byroniano”. Tutte queste caratteristiche lo portano ad essere famoso all’interno della scuola, specialmente tra le ragazze. Infatti, è costantemente circondato da un gruppo di giovani studentesse ricche che vengono chiamate “Le vergini”. Ad un primo sguardo quindi, il professore non sembrerebbe capace di compiere un omicidio ma Mariana, non si fa ingannare. Seguendo tutta una serie di prove (che sono in realtà delle intuizioni) si convince del fatto che sia lui l’assassino.
Mariana, è il solito personaggio protagonista che si trova nei romanzi di questo tipo: il suo mestiere non ha nulla a che fare con la criminalità o l’investigazione ma ciononostante pensa fermamente di essere più capace di un poliziotto nel risolvere il caso. In realtà, tutti i personaggi sembrano solamente abbozzati e non definiti. Ognuno di essi è portatore di uno stereotipo, vi ritroverete in difficoltà persino ad inquadrare Mariana. I suoi comportamenti sono spesso contradditori e imprevedibili e andranno a stravolgere ogni volta l’idea che vi sarete fatti.
Paradossalmente parlando, il personaggio che il lettore impara a conoscere più di tutti è il colpevole. Ci sono, per l’appunto, dei capitoli dal suo punto di vista. Fino alla fine non vi verrà svelata la sua identità, ma grazie a questi capitoli, potrete capire come una persona possa arrivare a compiere degli atti crudeli come i suoi. Conoscerete tutta la sua storia, da quando era nella culla fino a quando ha ucciso la prima ragazza; i suoi sentimenti e il modo in cui ragiona. Sarete sicuramente portati a chiedervi: non è forse lui il vero protagonista del libro?
“L’uomo si vede dall’infanzia, cosi come il giorno si vede dal mattino.”
Molto probabilmente però, l’autore più che focalizzarsi sui personaggi e sulla loro caratterizzazione, intendeva porre il focus sui temi che questo romanzo affronta. Primo fra tutti il lutto e, soprattutto, la sua elaborazione. Attorno a questo, Alex sviluppa tutta una serie di temi collegati: la depressione, l’autolesionismo, l’ossessione amorosa e la droga. Insomma, sono tematiche che caratterizzano il genere dark academia che però, il narratore affronta molto bene, dimostrando anche una certa conoscenza e consapevolezza di come si devono prendere in esame queste tematiche sensibili.
Nonostante la profondità degli argomienti, il libro è molto scorrevole, grazie anche a capitoli molto brevi, e non presenta né una sintassi né un lessico troppo complesso. Sebbene il romanzo conti quasi 400 pagine è veloce da leggere e, al di là dei suoi difetti, non risulta mai pesante né noioso.
“Se non siete consci del mistero glorioso della vita e della morte di cui avete la fortuna di fare parte, se tutto ciò non vi riempie di gioia e non vi intimorisce… forse non siete nemmeno vivi.“
In questo libro predominano le atmosfere gotiche, il cielo costantemente nuvoloso, il freddo continuo, le strade sempre deserte, la nebbia onnipresente, il collage antico, le statue di personaggi a scrittori antichi greci nel cortile della scuola… Insomma, si nota l’impegno dell’autore nell’inserire più elementi possibili, copiando anche alcuni classici del genere come Jane Eyre o Cime tempestose. L’ambientazione si potrebbe definire molto aesthetic, ovvero è sicuramente bella da vedere ma trasmette al lettore un senso di artificialità e superficialità.
Per aumentare ulteriormente questo clima, Alex inserisce molte parti in greco antico, con relativa traduzione, e molti riferimenti letterari. Proprio perché il professor Fosca è un insegnante di tragedia greca, ci stanno anche numerosi riferimenti alla mitologia, sapientemente gestiti dall’autore anche per coloro che non sono afferrati nella materia. Ad esempio inserisce un focus particolare sul mito di Persefone, che è un mito conosciuto almeno a grandi linee da molte persone. Però, Alex sviscera questo racconto, portando alla luce dei dettagli non molto famosi come il rito segreto di Eleusi.
Le vergini è sicuramente un romanzo carino con il quale passare un weekend. Noterete certamente i suoi difetti ma non potrete fare a meno di stare incollati alle pagine per scoprire se Fosca sia il vero colpevole. Indubbiamente, un fan del dark academia apprezzerà molto di più questo libro di un lettore che di solito non gradisce tantissimo il genere. Le vergini però, potrebbe anche essere perfetto per chi non si è mai approcciato al dark academia ma vorrebbe capire se questo genere fa per lui.