
Little girls, scritto da Ronald Malfi, tradotto da Raffaella Arnaldi, pubblicato dalla casa editrice Triskell Edizioni, non è solo una storia di fantasmi.
Dopo tanti anni vissuti altrove, Laurie ritorna nella casa in cui è stata cresciuta da un padre freddo e distante che di recente, in un atto finale di disperazione, ha esorcizzato i propri demoni. Ma non esiste pulizia energica che possa cancellare quel passato travagliato. Laurie lo sente annidarsi nelle modanature delle pareti, lo vede fissarla da una cornice vuota, ne ode la risata nella serra coperta di muffa in mezzo al bosco intorno a casa…
Dapprima Laurie pensa che sia tutto frutto della sua immaginazione. Ma quando incontra la nuova compagna di giochi della figlia viene colpita dalla straordinaria somiglianza con un’altra bambina, che una volta viveva nella casa accanto. E che è morta. A ogni giorno che passa, l’inquietudine di Laurie si fa più intensa, e i suoi pensieri più allarmanti. Sta lentamente perdendo il senno come suo padre? Oppure qualcosa di ineffabile sta succedendo veramente?
“Buffo il modo in cui la vita riesce a intrappolarti.”
Laurie e la sua famiglia, composta da Ted, suo marito, e Susan, la loro bambina di soli dieci anni, devono trascorrere un paio di giorni nella casa del papà di Laurie, Myles, un uomo che soffriva di demenza e aveva due badanti, una per il giorno e una per la notte.
Myles, nonostante il controllo delle due donne sempre al suo fianco, si è gettato da una finestra, rompendosi l’osso del collo. Aveva molti soldi, anche se il vero valore è dato dalla casa che ha lasciato alla sua unica figlia, insieme a tutti i suoi averi. Per questo la famiglia di Laurie si ritrova a dover rimanere lì per riuscire a vendere la casa e tutti gli oggetti d’antiquariato al suo interno.
Nei dintorni della casa vi sono un pozzo e una vecchia serra lasciata a marcire, entrambi pieni di segreti e con un’aura inquietante. Ancor più inquietante, però, è Abigail Evans, una ragazzina che diventa subito amica di Susan ma che a Laurie ricorda lo spettro di una ragazzina morta nei pressi di quella casa molti anni prima.
“Lì le lapidi erano grigie e scavate come denti marci, desolate sotto l’ombra dei pini imponenti, degli olmi e degli aceri.”
L’autore di Little girls ha uno stile molto interessante. Non si sofferma troppo sull’introspezione dei personaggi, ma compensa con delle atmosfere degne di un romanzo horror. È molto dettagliato quando si tratta di descrivere la casa, la serra o gli ambienti circostanti, richiamando sensazioni cupe, che ben si sposano con le vicende che la protagonista affronta.
Ci sono molti personaggi all’interno del romanzo e le loro descrizioni sono ottime ed evocano immagini ben precise in testa. Alcuni sono solo comparse veloci, occupano poco spazio, altri hanno una vera e propria importanza. Forse, almeno all’inizio del romanzo, sarebbe stato necessario presentarli un po’ più lentamente, poiché si fa fatica a entrare nella storia nei primi capitoli. Una volta appresi i nomi e i ruoli, tuttavia, il libro scorre rapido e diventa difficile staccare gli occhi dalle pagine.
È un giro costante sulle montagne russe, pieno zeppo di colpi di scena e di dubbi disseminati lungo la storia, che alla fine si incastrano alla perfezione rivelando una verità amara e difficile da digerire, più dell’ipotesi che un fantasma infesti la vecchia villa.
“Il suo riflesso ricordava il modo in cui gli artisti di strada raffiguravano frettolosamente la figura umana.”
Laurie, la protagonista di Little girls, è un personaggio con cui si fa fatica a entrare in contatto. È una donna che ha sofferto molto, i suoi scheletri nell’armadio vengono fuori poco alla volta. Risulta difficile comprendere perché sia così rigida con sua figlia Susan, mentre Ted, suo marito, è il genitore buono e permissivo, che non sgrida la figlia e le consente di andare a giocare con la sua nuova amica senza preoccuparsi.
Spesso si avverte il dubbio che sia una pessima madre e si tende a preferire Ted, molto più tranquillo come personaggio, nonostante anche lui abbia i suoi problemi: un lavoro che non sembra mai ingranare, una novità nella sua carriera che pare possa dargli un po’ di notorietà e aiutarlo ma che non è mai una certezza.
I debiti pesano sulle spalle della famiglia e la villa, con il suo valore, sembra una soluzione ai problemi, solo che a un certo punto inizia a crearne più di quanti possa risolverne. Lo stress per Laurie è tanto, troppo. La morte del padre e alcune scoperte inquietanti e macchiate di sangue sono eventi che si susseguono e la spaventano. Ci sono ombre in ogni angolo pronte a prosciugarle ogni traccia di leggerezza.
Susan, la loro bambina, è un tocco di luce e colore nel buio assoluto. Impossibile non affezionarsi a lei.
“Sentivo la sua malattia penetrarmi nel cervello.”
Little girls è un romanzo che per tutta la sua narrazione ti tiene col fiato sospeso e non ti fa capire il vero finale fino all’ultima pagina. Intriso di rancidi ricordi, ti sorprende, ti dà una certezza e poi te la toglie. Insegui gli indizi, cerchi di assemblarli insieme, sei sicuro delle tue idee e invece scopri di essere sempre fuori strada.
Questo libro non solo terrorizza pagina dopo pagina ma soprattutto sbatte in faccia delle vicende ricche di zone d’ombra che quando vengono alla luce dimostrano che a farci davvero paura non sono sempre e solo i fantasmi, ma coloro che ci stanno a fianco e che vivono con noi.