Mia inquieta Vanessa – Recensione

In Mia inquieta Vanessa la discriminante tra essere una vittima e non esserlo è l’accettazione della propria condizione di vittima. E lei non è una vittima, non lo è mai stata. Questo è ciò che si ripete da anni Vanessa Wye, trentenne la cui vita subirà una svolta drammatica, l’ennesima, dopo che il suo professore del liceo verrà accusato di abusi da parte di un’ex studentessa. Basta uno status di Facebook per far traballare il già precario equilibrio di Vanessa, la cui vita è come un vascello senza nessuno al timone, destinata ad andare più volte alla deriva.

Il 2017 è l’anno del movimento #MeToo, in cui molte donne puntano il dito contro i propri aguzzini. Denunciano crimini a cui nessuno aveva creduto e confessano ciò che era rimasto inascoltato, sfruttando i social network come cassa di risonanza.

Chi è Vanessa?

Vanessa si barcamena tra un lavoro sciatto, inferiore rispetto alle sue doti e capacità, relazioni amorose fallimentari, rapporti occasionali e uso di sostanze stupefacenti. Tuttavia, sembra essere in pace con se stessa. Finché non scopre che Jacob Strane, il suo primo e unico amore, è stato denunciato per molestie da diverse ex studentesse, le quali la contattano per chiederle di fare lo stesso. Perché è questo che la gente pensa di lei: che sia stata manipolata dal professore, che sia stata violentata. Ma non è così, Vanessa amava e ama tuttora l’uomo, l’unico che è riuscita a farla sentire speciale, a farle provare piacere, a capirla. Eppure, quando la giovane ripercorre le tappe della sua relazione, i ricordi raccontano una versione più oscura, perversa.

Sviluppato su due orizzonti temporali, il presente e il passato, Mia Inquieta Vanessa è un romanzo doloroso, che ci costringe ad assumere il punto di vista della protagonista, voce narrante dell’intera vicenda, e sentire sulla nostra pelle le sue emozioni. La parola chiave per interpretare la storia è: confusione. È una costante, durante tutta l’esperienza di lettura. Questo perché tutte le giustificazioni che la Vanessa del 2017 adduce, vengono confutate dalla Vanessa del 2000, la quindicenne delusa e disillusa che verrà trascinata in un rapporto morboso. Le descrizioni dei primi timidi approcci di Strane sono caratterizzati da emozioni ambigue: repulsione e attrazione, paura e eccitazione, affetto e rabbia.

“Perché hanno tutti paura di ammettere quanto può essere bello? Essere manipolata significa essere amata e trattata come un oggetto prezioso e delicato.”

Vanessa accetta il contatto fisico, convincendosi di volerlo, di desiderarlo, di essere pronta. Accetta passivamente ciò che Strane le propone, o meglio impone, aggrappandosi a lui come a una specie di salvatore, colui che le darà la possibilità di vivere un’esperienza amorosa intensa e unica. La confusione è esacerbata dai salti temporali, dal momento che si alternano i capitoli ambientati nel 2017 a quelli ambientati nel passato, così che il lettore sia portato a formarsi un’immagine contraddittoria di Vanessa. Se prima leggiamo di una donna matura che idealizza la storia con Strane e ripensa con nostalgia ai momenti passati assieme, nel capitolo seguente leggiamo di una Vanessa adolescente, disgustata dal corpo di un uomo con il triplo dei suoi anni, arrabbiata per la modalità in cui ha perso la verginità, che chiude gli occhi e finge che ciò che le è accaduto in realtà sia stato bello e poetico.

Dal momento che l’unico punto di vista è quella della protagonista, il lettore è proiettato in una visione del mondo deformata, in cui i genitori appaiono come personaggi piatti e inetti, i compagni di classe sono massificati e privi di individualità, le accusatrici di Strane sono avvelenate da un rancore che Vanessa non capisce. Perché quando si ferma a riflettere, dopo aver ascoltato le loro confessioni, pensa che quello che è accaduto a lei sia peggio. Ecco che irrompe il conflitto tra coscienza e cuore, che la costringerà a guardare in faccia la realtà. Ma la realtà è tutto fuorché oggettiva, quindi cos’è reale? L’amore incondizionato per l’uomo che le ha dato tanto, e non solo tolto, o la consapevolezza che lei non è mai stata speciale? Che era la sua età, la sua innocenza, a renderla una creatura amabile agli occhi del professore?

“In qualche modo intuivo già allora cosa mi aspettava. Quale ragazza non lo intuisce, in realtà? Incombe su di noi, la minaccia della violenza.”

Con uno stile asciutto, diretto, che scava nei meandri della psiche di una ragazza mai davvero diventata donna, Kate Elizabeth Russell con Mia inquieta Vanessa, ci regala un romanzo doloroso, straziante, con cui soprattutto le lettrici (ma non solo) possono empatizzare. L’uso del tempo presente, sia per narrare le vicende del 2017 che per raccontare i fatti precedenti, permette di calarsi nella parte e diventare Vanessa. Una storia difficile, in cui non esistono risposte certe, né soluzioni. Una storia che chiede di liberarsi di qualsiasi forma di biasimo, e di ascoltare. Un libro di donne, scritto da una donna, che tutti gli uomini dovrebbero leggere.