Paolo Borsellino, una storia da raccontare | Recensione

Parlare di figure importanti della nostra Storia Contemporanea, come Paolo Borsellino, muove sempre qualche timore. Sia ciò perché si teme di non essere all’altezza della personalità descritta, sia perché spesso si trattano temi delicati e che destano ancora gli animi. ReNoir comics, però, pubblica un accorato tributo a uno dei pilastri morali della lotta alla criminalità organizzata: Paolo Borsellinouna storia da raccontare, fatica a quattro mani di Marco Sonseri e Gian Luca Doretto.

Tutti conoscono Paolo Borsellino, il magistrato che insieme a Giovanni Falcone ha combattuto a lungo la mafia, uno degli artefici del maxiprocesso di Palermo e per questo assassinato in via D’Amelio insieme alla sua scorta. Questo graphic novel esplora i lati meno noti della sua vicenda, come la militanza politica giovanile, l’amicizia con i colleghi e gli ostacoli che la sua opera di giustizia si è trovato più volte sul cammino. Un fumetto per ricordare uno dei più grandi uomini dell’Italia Repubblicana, morto servendo lo Stato mentre cercava di far trionfare la legge sull’ingiustizia.

Intrecciata tra la vita privata e quella pubblica di Borsellino, la storia raccontata nel volume è un album dei ricordi del magistrato siciliano. Dall’attivismo giovanile alle responsabilità verso la famiglia, dall’istituzione del pool antimafia, coordinato da Barrile, agli attentati e alla ristrutturazione interna di Cosa Nostra. Ma non è tutto. Questo volume racconta il dolore della perdita e la paura di essere i prossimi, a livello personale e familiare. L’importanza dei pentiti e la scoperta del legame profondo tra mafia e politica vengono meticolosamente analizzati sotto gli occhi del lettore.

L’importanza dell’opera

L’opera è sinceramente sconvolgente sotto il punto di vista grafico. Lo studio dei personaggi è impressionantemente accurato. Le linee sono pulite ma tendono a diventare marcate e graffianti nei momenti di maggiore tensione. Le espressioni del viso fanno rivivere, su carta, le grandi personalità vicine a Borsellino (in primis Giovanni Falcone). E’ come se un film si sviluppasse sotto gli occhi del lettore. Le griglie sono nette, a impostazione classica. La colorazione, delicata a toni di grigio, cambia anch’essa in base al racconto, e le palette si appesantiscono fino ad essere costituite per la maggior parte dai neri.

In questo volume di 112 pagine, rilegato con cartonato e dalla grafica di copertina elegante, è ben sintetizzato dagli autori il pensiero di Paolo Borsellino: “la lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.” La stessa opera sottolinea, sotto le mentite spoglie del Borsellino personaggio, come sia semplice e attraente, per i giovani, il futuro da uomini d’onore, ossia da affiliati alla Mafia.

Giustizia e Verità, Tempo e Morte

Nessuno esce impassibile dalla lettura di queste pagine: dai più grandi ai più piccoli, vengono toccate corde importanti della coscienza civile. Lottare per la Giustizia e la Verità diventano i due unici lumi che assorbono Paolo Borsellino. Questo anche e soprattutto quando vede i suoi amici e colleghi morire negli attentati a stampo mafioso. Costretto a lasciare indietro la propria famiglia poiché resosi conto di non avere tempo, il magistrato si sente costantemente in pericolo di vita, non senza fondamento, si badi. Il segno indelebile che Paolo Borsellino – Una storia da raccontare lascia nei lettori è proprio l’attaccamento alla vita con coscienza della morte.

Paolo Borsellino – Una storia da raccontare è un volume di 112 pagine edito ReNoir Comics, prodotto eccellente della collaborazione tra Marco Sonseri e Gian Luca Doretto. Un’analisi obiettiva, nonché un sentito tributo alla figura storica e umana del giudice palermitano. Dagli anni dell’università al tragico epilogo della sua vita, recisa assieme a quella dei giovani componenti della scorta, in Via D’Amelio, a Palermo, il 19 luglio 1992, si descrive accoratamente la vita di un uomo caduto con onore per servire lo Stato.