
Rosso Malpelo, di Palarchi e Melis – Recensione
Kleiner Flug, questa volta, ci porta indietro nel tempo fino agli anni del Verismo italiano; è, infatti, di Giovanni Verga (o, meglio, della sua prima novella verista, Rosso Malpelo) che si parla in questo volumetto di cinquanta pagine.
In una Catania della fine dell’Ottocento, piena di pregiudizi e di spauracchi, troviamo il giovane Rosso Malpelo. Il giovane viene descritto dai suoi concittadini come un ragazzino che porta il peso e il segno del demonio. Il lavoro in miniera con il padre lo occupa tutti i giorni, imponendogli uno stile di vita estremamente duro. A questo si aggiunge il peso della società e della figura che il personaggio del ragazzo rappresenta. Rosso Malpelo è, difatti, cattivo perché rosso di capelli e, tra l’ironia e il folklore, alla mano del diavolo un po’ crede anche lui.
Dal punto di vista della narrazione, il fumetto scorre velocissimo, si legge in una decina di minuti ed è difficile da dimenticare. Caratteristici i dialoghi secchi, diretti, che seguono perfettamente la vita travagliata di un giovane dal futuro paradossalmente in parte incerto, in parte scritto. L’effetto voyeur si sviluppa bene in questo piccolo volume al quale noi, immessi nella storia dagli effetti prospettici dei disegni, prendiamo parte come se lo stessimo guardando dallo spioncino.
E’ questo il metodo degli autori per rendere grafica la tecnica narrativa verista del Verga, sulla quale ci soffermeremo brevemente al fine di rendere tutti capaci di comprendere il riadattamento. Dopo aver letto la traduzione del Romanzo Sperimentale, Verga decide di campionare la società siciliana e utilizzarla come una sorta di laboratorio sociale, in cui analizzare come il milieu, il temps e la societé vadano a influire sul comportamento e sul modo di essere delle persone. Il metodo utilizzato per l’analisi deve essere quello scientifico e, perciò, è indispensabile che il punto di vista sia oggettivo e il pensiero del narratore sia eclissato.
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E’ questo il marchio del Verismo: l’eclissi dell’autore, definita in questo modo dallo stesso Verga e messa in pratica tramite la narrazione dei fatti tramite il punto di vista di un personaggio definito come interno alla società descritta. Grazie agli espedienti prospettici, ci si sente in bilico tra il nostro tempo e la Catania del 1880 in cui è ambientata la storia.
Il risultato finale definisce il fatto che la resa della tecnica verista sia, in gran parte, riuscita per quanto il punto di vista si scopra essere quello di Malpelo, piuttosto che quello di un personaggio esterno.
Dal punto di vista dei disegni è lodevolissima la differenza nei tratti e nelle tonalità di colori. Infatti, tra l’ambiente cittadino (dai toni spenti e pastello, definito con linee più delicate) si passa a quello della miniera, che presenta connotazioni quasi infernali con la forte presenza dei rossi e un tratto apparentemente molto nervoso.
Apprezzabile e particolare l’atmosfera di soffocamento data dalla rappresentazione della cava, in cui i personaggi sembrano assumere connotazioni malvagie. Cosa che va in contrasto con Malpelo che sembra restare l’unico più umano, per quanto anch’egli porti in sé il solco della società che l’ha plasmato.
Ci troviamo davanti a un’ottima rivisitazione della novella verghiana. Il senso descrittivo e oggettivo è rappresentato al meglio possibile e cerca di superare le differenze tra la narrazione in prosa e quella di un fumetto. Apprezzare quest’opera in toto, presupporrebbe una lettura della novella Rosso Malpelo, ma Palarchi e Melis sono stati capaci di renderla godibile a chiunque. Insomma, Kleiner Flug non si smentisce e porta nelle mani dei lettori un fumetto bello da vedere. Interessante da leggere e comprensibile a tutti che, sicuramente, farà conoscere ai lettori una piccola parte della vita siciliana ottocentesca senza mai annoiarli.