
C’era una volta un ragazzetto chiamato Giovannino senza paura, perché non aveva paura di niente. Girava per il mondo e capitò… nella locanda delle fiabe dimenticate! A tutti noi in tenera età sarà capitato di ascoltare i racconti che narrano le fantastiche avventure di sirene che sognano di diventare umane, bambini di legno che vengono mangiati da delle balene, ragazze che, per mettersi in salvo dalla loro matrigna cattiva, si ritrovano a vivere nel cuore della foresta con sette amichevoli nani. È inutile negare che in epoca moderna molti di questi racconti hanno trovato la loro gloria eterna grazie a colossi come la Disney, che ormai da decine di anni si impegna a intrattenere bambini di tutte le età proponendo loro quelle storie che anticamente venivano raccontate da genitori e nonni. Tuttavia per ogni storia di grande successo ve ne sono altre dieci che cadono nel dimenticatoio… o forse no? Marco Ferrandino e Ciro Sannino portano sul mercato nazionale Senzapaura, un’opera edita da Douglas Edizioni che dona nuova linfa vitale alle antiche fiabe italiane narrate dai nostri nonni, le stesse fiabe che negli anni sono andate perdute.
Rita è una normale ragazza che nel tempo libero scrive sul suo blog storie di fantasia che vedono come protagonisti personaggi provenienti da fiabe del passato: Giovannino Senzapaura, Naso d’Argento, Crick e Crock e molti altri. Alcuni editori le hanno addirittura proposto di pubblicare i suoi racconti, ma lei si è trovata costretta a rifiutare, perché questo non farebbe piacere ai suoi amici. Sì, esatto, i protagonisti delle sue storie sono i suoi amici, e Rita è l’unica “terrena” consapevole della reale esistenza delle fiabe. Così passa i suoi giorni alla Locanda delle fiabe dimenticate e assieme al suo partner Giovannino Senzapaura si impegna a combattere la criminalità di questo mondo fantastico.
I finali delle fiabe sono sempre molto fantasiosi, ho imparato a conoscerli bene grazie ai racconti della nonna.
Senzapaura non è un semplice fumetto, è un’occasione unica per riscoprire le storie che hanno intrattenuto i nostri genitori durante la loro infanzia e per vederle riadattate a un contesto sociale molto più moderno. Ogni paese ha il suo folclore, le sue leggende e le sue storie tramandate da generazione in generazione, e anche l’Italia ha la sua bella fetta di racconti che nel tempo sono andati piano piano più a perdersi. Negli anni sono stati diversi gli autori che hanno posto l’attenzione sulle antiche fiabe italiane; l’esempio più recente e forse famoso lo abbiamo nel 2015, quando Matteo Garrone fa uscire il suo affascinante film Il racconto dei racconti, adattamento cinematografico dell’opera seicentesca Lo cunto de li cunti. Ma l’opera più imponente è sicuramente Fiabe Italiane di Italo Calvino, un libro contenente circa duecento storie della tradizione nazionale, uscito nella metà del secolo scorso.
È proprio quest’ultima opera a fungere da ispirazione allo sceneggiatore Marco Ferrandino, che assieme al Ciro Sannino decide di ambientare la storia nella loro amata Campania, prevalentemente tra le strade di Napoli, anche se non mancheranno momenti in cui potrete ammirare paesaggi ispirati ad altre città, come per esempio Ercolano. In un viaggio tra i vicoletti napoletani sarete testimoni di un’avvincente avventura che vede come protagonisti la coraggiosa Rita, il suo intrepido partner Senzapaura e altri individui che, forse, conoscete già ma che sono stati sapientemente plasmati e riadattati ai tempi odierni. Nonostante ciò ogni personaggio rimane fedele a quello che era in origine, e sebbene vestano abiti moderni la loro essenza rimane la stessa. Crick e Crock sono ancora due abilissimi e divertenti ladri, Senzapaura è cresciuto ma rimane un uomo temerario in grado di affrontare qualsiasi nemico, Bistrega adesso si chiama Concetta ma ha ancora il vizio di mangiare i bambini.
Tra tutti questi nomi che riecheggiano nella nostra memoria l’unica vera e propria novità è Rita, la protagonista della storia, un personaggio totalmente inventato da Marco Ferrandino ma che voglio osare paragonare a una moderna Biancaneve che si ritrova a vivere con dei personaggi surreali ma anziché farsi proteggere dal cacciatore combatte al suo fianco, diventando una vera e propria eroina delle fiabe nonostante sia una semplice “terrena”.
Senzapaura è una storia leggera, scorrevole, caratterizzata da disegni splendidi e particolarissimi poiché realizzati interamente a mano. In ogni tavola si può vedere il tratto del disegnatore Ciro Sannino, ogni linea da lui realizzata per comporre la scena, e questa scelta stilistica così particolare fa sì che l’opera risulti estremamente intima e personale, come se l’artista stesse disegnando per sé stesso, per rispondere a un’urgenza espressiva che sente interiormente e che lo spinge a creare, che lo spinge a raccontare. Ma raccontare cosa?
Ma chi erano quei matti? Meglio fare finta di niente altrimenti mi prenderanno per pazzo.
Sebbene abbia detto che Senzapaura è una storia leggera i messaggi sociali al suo interno non sono da sottovalutare. I personaggi delle fiabe, un tempo conosciuti da tutti, oggi si ritrovano ad essere dei reietti, a vivere isolati dalla società che non deve e non vuole vederli. Devono mimetizzarsi, cercare di sembrare normali per potersi confondere con i “terreni” per non generare il caos, per questo si ritrovano tutti quanti alla Locanda delle fiabe dimenticate, perché è l’unico posto in cui possono essere loro stessi. Le fiabe devono nascondersi perché sono diverse. Leggendo questa storia vi chiederete: è giusto che questi personaggi debbano vivere nell’ombra perché gli umani, che sono la maggioranza, non vogliono accettarle? È giusto essere costretti a mostrarsi diversi da ciò che si è perché le persone sono pronte a puntare il dito e a giudicare? In una società formata da una massa indistinta e non da individui chi ha le ali spesso non viene apprezzato e non può spiccare il volo, anzi, a volte deve nascondersi, fingere di non saper volare e accettare le condizioni dei più forti che dettano le regole.
Avete vegliato su di me, come mai non ricordavo? Qualche incantesimo?
Nel suo essere un’opera fresca e fortemente autoriale Senzapaura vuole sottolineare la funzione salvifica che si cela dietro la lettura, e qual è il modo migliore per farlo se non attraverso un genere letterario pensato per i bambini? Nelle fiabe non esistono “possibile” o “impossibile”, non ci sono confini e più le cose diventano bizzarre più sono apprezzate, perché il regno dei bambini è il regno della fantasia, e non è raro vederli perdersi in quel loro mondo fantastico. La stessa cosa può accadere leggendo un libro, una storia, un fumetto. Attraverso la lettura e la narrazione possiamo staccare dai problemi di tutti i giorni, possiamo estraniarci dal mondo reale e dimenticare momentaneamente tutto ciò che c’è di negativo nella vita. Le storie, soprattutto quelle più fantasiose, possono rappresentare una boccata d’aria fresca in un mondo asfissiante, un luogo fantastico in cui rifugiarsi nei momenti più bui in attesa di avere abbastanza forse per affrontare la realtà.