Silence of God – Recensione

Silence of God

Silence of God, di Rosi, Balisari e Ferrara

Può il vuoto nell’animo di un padre venire colmato dalla rappresaglia verso gli assassini di sua figlia? Per Eric Block, protagonista di Silence of God, piccola chicca targata Rosi, Bilisari e Ferrara ed edita Leviathan Comics in collaborazione con la Double Shot, la risposta a questa domanda è un profondo, viscerale sì.

Scendere a patti con la Morte, per l’ex militare Block, non è assolutamente un problema, soprattutto se in cambio c’è una settimana di immortalità al fine di portare a compimento la vendetta per la morte ingiusta e casuale di sua figlia Aurora.

Nero l’umore, nera la pagina

In Silence of God, 180 pagine prevalentemente scura trascinano il lettore in una dimensione tanto pesante quanto realistica. I disegni portano un tratto marcato e definito, i neri sono pesti e i chiaroscuri creano la suspense che serve a mantenere chi legge in un mood in bilico tra il concitato e l’angosciato.

E’ ottima e spicca l’estetica dei personaggi principali, sempre ben riconoscibili. Il volume, per intero, tende graficamente a trovare l’ordine nel caos, così come Eric aspira alla pace tramite la furia sanguinaria della sua vendetta: le griglie sono tendenzialmente statiche ma contengono scene estremamente movimentate che, quando necessario, occupano tutto lo spazio di cui hanno bisogno.

Lotta contro il tempo

Eric ha solo una settimana per vendicare sua figlia perché, allo scadere del settimo giorno, morirà, con o senza pace; dal momento in cui la Morte assegna questo potere all’ex militare, il ritmo della storia si fa serrato, le scene si alternano frenetiche, le inquadrature si fanno quasi cinematografiche, i dialoghi e la narrazione di sottofondo diventano mirati e centellinati: non c’è tempo per le panoramiche, c’è bisogno di agire, e la narrazione riflette questa costante angoscia di non fare in tempo.

Una prospettiva ambivalente

L’opera è segnata da due prospettive opposte, sintetizzate dalla figura di Eric: abbiamo, da una parte, la visione dei potenti, la Pacific Edge, una grande compagnia di petrolio e gas, pronta a portare avanti il proprio scopo senza l’ausilio di appoggi di sorta nei gradini più bassi della società.

Al polo opposto, si para dinanzi al lettore la visione del popolo, quella di Aurora Block, la figlia del protagonista che, caratterizzata come un personaggio ambientalista, porta avanti un tema importante per il mondo odierno: quello del fracking, su cui spesso e volentieri ci si scontra. Eric Block è la sintesi dell’autocoscienza, il limite oltre il quale dal basso ci si ribella, è la fiamma di rivolta (non solo umana) che divampa dalla scintilla.

Sottotesti velati

Con Silence of God, il lettore si trova di fronte a un’opera che lascia molti temi su cui riflettere, non solo a livello etico e umano. Si ergono fra tutti, di sicuro, il tema della vendetta e della giustizia autoimposta, ma ad un lettore attento non sfuggiranno di certo gli accenni ad argomenti di discussione estremamente contemporanei quali il fracking, il rispetto per l’ambiente, i sogni perduti, l’importanza dell’ human catena, la salvaguardia della coesistenza uomo-ambiente, la fugacità del tempo e l’ineluttabilità della morte, nonché la funzione della memoria e l’angoscia di un lutto non elaborato.