Somewhere we belong – Recensione

somewhere we belong

Shockdom pubblica Somewhere we belong, manga italiano frutto della fantasia di Francesca Calabro e della mano di Mara Marsiglia: un’opera volta alla scoperta di se stessi, delle proprie certezze e delle proprie emozioni.  

Presentazione dell’opera

Chi frequentare, cosa studiare… Cristina sa già il percorso che deve seguire. La sua vita è tutta perfettamente pianificata, per lei è più sicuro così. Alessia invece prende la vita come viene, facendo ciò chele va, incurante del domani. Per lei è più facile così. L’incontro tra le due cambierà le loro vite, facendo sorgere dubbi e verità che mai si sarebbero aspettate.

Un inizio tranquillo

Cristina è una ragazza pacata, studiosa e convinta delle sue capacità, che conduce una vita volta alla propria affermazione personale. È iscritta ad un corso di preparazione all’università assieme al suo amico Andrea, con il quale sta per tentare il test di accesso a medicina. E’ un ragazzo gentile e socievole, che cerca di tirare la sua amica fuori dal suo guscio di introversione, anche se ciò, a volte, sembra difficile. Tutto sembra scorrere normalmente nella vita della protagonista, fino al momento in cui durante una lezione irrompe Alessia, una ragazza dalla personalità travolgente, lo Yin al suo Yang, che fa subito colpo su Andrea, presentandosi con dei volantini per l’imminente concerto del suo gruppo musicale. Nel suo intimo, anche Cristina inizierà a pensare ad Alessia e alla sua effervescente personalità, che sicuramente non le è stata indifferente.

All that glisters is not gold…”

Si scopre che la famiglia di Cristina è una famiglia semplice, come tante, ma anche molto protettiva nei confronti della figlia. La ragazza è quindi costretta a mentire ai suoi genitori circa i suoi spostamenti con Andrea, utilizzando la motivazione dello studio cooperativo per potersi recare al concerto. La conoscenza con Alessia e il resto della band si approfondisce, e i ragazzi diventano un gruppo coeso. Tutto ciò fino all’arrivo, nb ella storia, di Matteo, il ragazzo di Cristina, che si mostra premuroso e gentile davanti alla famiglia della ragazza, ma si dimostra prepotente, omofobo e repressivo nei confronti della stessa e della sua nuova cerchia di amici. Si viene a sapere, mentre Matteo rimprovera la ragazza, che Andrea sia omosessuale, e che per questo non sia ben visto né da lui, né dalla famiglia di Cristina.

Cristina è quindi costretta a ridimensionare le sue frequentazioni con il nuovo gruppo di amici ma questo strano allontanamento porta Alessia, Andrea e gli altri ad organizzare sempre qualche incontro per coinvolgere la ragazza.

Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce.

Blaise Pascal

Tra svariate peripezie, Cristina riesce apparentemente a liberarsi dalla morsa emotiva di Matteo, anche grazie ad Alessia, che cerca di difenderla durante una discussione con lui, mostrandosi protettiva e interessata alla ragazza, e iniziando a insinuare in lei dei dubbi circa la natura del proprio interesse.

I temi

Somewhere we belong tocca svariati temi di attualità, tra i quali sicuramente spiccano quelli legati alla comunità LGBT+, ma anche l’accettazione di se stessi e l’influsso della società sui giovani. Si tratta, infatti, di un’opera che coinvolge la curiosità del lettore con i propri dialoghi, basati spesso e volentieri sull’allusione.

Tolleranza e inclusività

Difatti, prendendo ad esempio il personaggio di Andrea, dopo un apprezzamento su una ragazza, aggiunge: “e se lo dico io!”, cosa che, se si analizza, ha una doppia valenza. Leggendo con occhi eteronormativi si ha l’impressione che, magari, il ragazzo sia esteticamente selettivo nei confronti delle sue ragazze. Ma dal momento in cui Matteo rivela il suo orientamento sessuale, si nota che il dettaglio fosse, appunto, posizionato in quel modo proprio per punzecchiare il lettore, il quale automaticamente si sente toccato dalla sua non comprensione, al momento, della situazione. Si consideri importante un dettaglio del genere, perché tutti i personaggi di Somewhere we belong non mettono mai in evidenza il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere. Non è, questa, un’opera LGBT che sottolinea la cosa insistentemente. Si tratta di una grande qualità di questo fumetto, capace di rendere la norma quello che la società cerca di allontanare e tacciare come sbagliato.

Quella che Francesca Calabro e Mara Marsiglia portano, è una storia inclusiva che protesta silenziosamente ma in modo marcato, mostrando quale sia il vero volto dei problemi della convivenza nella società contemporanea: l’intolleranza. I ragazzi, infatti, vivono la loro amicizia tranquillamente (e non si tratta di un gruppo costituito solo da componenti facenti parte della LGBT+ community, dato che c’è anche una coppia etero). I problemi arrivano sempre nel momento in cui qualcuno si intromette nella dimensione del gruppo imponendo la propria volontà. Per questo, è possibile riscontrare una profonda critica sociale, tra le righe, espressa sempre con i fatti, con i comportamenti di tutti i personaggi.

Accettare se stessi

L’accettazione di sé è sicuramente un altro grande tema di quest’opera. Cristina appare confusa circa la sua sessualità quando conosce Alessia, per quanto si trovi già in una relazione con Matteo. Alessia, allo stesso tempo, è confusa circa i sentimenti che prova per Cristina. Infatti, le sue altre esperienze sono state, a quanto pare, tutte avventure. Nonostante questo sembra nutrire per la ragazza un sentimento più profondo, che non riesce a spiegarsi e che la fa diventare addirittura gelosa, portandola a non riconoscersi negli atteggiamenti che assume.

I disegni

In generale, tutti i temi trattati in Somewhere we belong, vengono espressi in maniera eloquente anche grazie all’ immagine. Le espressioni dei personaggi parlano, i movimenti sono chiari e le linee precise e distinguibili. Quest’opera si presenta come un mix tra la delicatezza del tratto e la confusione degli scuri, che sono pochi ma oculati. I retini, allo stesso tempo, creano un effetto di movimento. Inoltre, i neri piatti sono sempre posti nei dettagli. Una scelta curata per rendere il fumetto espressivo e vitale. Le griglie sono aperte, ma mai confusionarie. Leggere il volume è piacevole e non si ha mai l’impressione di non sapere dove si stia guardando.

In conclusione

Francesca Calabro e Mara Marsiglia pubblicano per Shockdom Somewhere we belong, un’opera dall’aspetto leggero che cela una profonda critica sociale; un viaggio alla scoperta dei sentimenti e delle ansie che essi portano con sé, che abbraccia due caratteri molto diversi, quello di Cristina e quello di Alessia, contornato e scandito da grandi successi della musica.