Sotto la porta dei sussurri

Sotto la porta dei sussurri

Una delle più grandi domande che ci accompagna per tutto il corso della nostra vita è sicuramente: “cosa c’è dopo la morte?”. Che si pensi di poter aspirare a un paradiso o meritarsi l’inferno, che si creda nel Samsara o semplicemente di tornare a essere un tutt’uno con la terra, tutti viviamo consapevoli che il nostro tempo nel mondo è limitato. Con il suo nuovo e attesissimo romanzo Sotto la porta dei sussurri, in libreria per la collana Oscarvault di Mondadori, TJ Klune ci offre una storia di morte e speranza, ispirandosi alla figura del traghettatore di anime Caronte.

Quando un mietitore va a prenderlo al suo stesso funerale, Wallace comincia a sospettare di essere morto. E quando Hugo, il proprietario di una singolare sala da tè, si offre di aiutarlo ad “attraversare”, Wallace capisce che sì, deve proprio essere morto. Ma Wallace non si rassegna ad abbandonare una vita che sente di avere a malapena attraversato ed è deciso a vivere fino in fondo anche un piccolo scampolo, anche una breve parentesi di esistenza che, se vissuta pienamente, può farsi intera.

Dopo il grande successo de La casa sul mare celeste, una nuova avventura da non perdere e che vi farà assaporare tutti i colori delle emozioni.

Era Wallace Price. La gente rabbrividiva al suono del suo nome. Lo guardavano tutti con soggezione. Era un tipo freddo, calcolatore. Era uno squalo, non stava mai fermo.

La presentazione del protagonista di Sotto la porta dei sussurri non è certo delle più incoraggianti. Avvocato di mezza età senza scrupoli e disinteressato a tutto ciò che non riguarda il lavoro, conduce una vita fredda e priva di affetti senza che questo lo scalfisca minimamente. L’ex moglie lo detesta e i suoi soci lo reputano un vero bastardo. Non ha un solo amico al mondo ma sembra rendersene conto solo al suo stesso funerale, dove assiste alla desolazione della propria vita e inizia a realizzare di non farne più parte. Ancora incredulo e arrabbiato, incontra Mei, una giovane ragazza che si presenta nel ruolo di Mietitrice al suo primo incarico e che gli spiega di avere il compito di condurlo da Hugo. Riluttante ma senza alternative, Wallace non può far altro che seguirla.

Alla prima tazza di tè, siamo due estranei. Alla seconda tazza di tè, sei mio gradito ospite. Alla terza tazza di tè, siamo una famiglia.

Hugo, agli occhi di tutti, è il giovane gestore di una sala da tè chiamata Passaggio di Caronte tè e dolcetti ma per chi è morto è un traghettatore.  Il suo compito è quello di aiutare le anime dei defunti ad attraversare, ovvero accettare la propria morte, senza rimpianti per la vita appena abbandonata e passare oltre verso un nuovo mondo ignoto e sconosciuto. Come sia questo aldilà non è dato saperlo a chi si trova ancora dalla parte dei vivi e quello che le anime compiono attraversando è un vero e proprio atto di fede. Hugo è una sorta di guida spirituale. Empatico fino all’eccesso si fa carico del bagaglio emotivo delle anime erranti, non sempre felici della condizione in cui si trovano. Wallace, ad esempio, è una di queste.

Oltre a Mei, con Hugo vivono gli spiriti di due defunti, ma lasciamo al lettore il piacere di conoscerli personalmente. Sono due personaggi che danno un tocco molto allegro alla storia e che saranno altrettanto importanti per la crescita personale di Wallace.

“Nella mitologia cinese, gli antichi dei legano un filo rosso attorno alle caviglie di coloro che sono destinati a incontrarsi e ad aiutarsi a vicenda. Un bel pensiero, non trovi?”. “No” rispose Wallace, senza mezzi termini. “è un vincolo. Una catena.” “O un laccio” ribatté Hugo con gentilezza. “Anche se so che al momento non ti sembra così. Ti tiene ancorato a terra mentre sei qui. E mi aiuta a ritrovarti se ti perdi.”

Il filo rosso della storia è un qualcosa che connette il defunto con il proprio traghettatore. Wallace inizialmente si sente intrappolato in una situazione che non riesce ad accettare. Non può essere morto. Deve tornare alla propria vita perché ha un sacco di cose da fare e la sua dipartita non era proprio prevista. Adottando il modello in cinque fasi di Kübler-Ross per l’elaborazione del lutto, si trova ad affrontare il rifiuto e la rabbia.

Eppure più passa il tempo, più sta a contatto con Hugo e gli altri abitanti della casa, più si rende conto del vuoto che lo ha sempre caratterizzato. Realizza di portarsi dietro rimpianti che in vita non sapeva neanche di avere. In qualche modo gli è stata concessa una seconda possibilità di riscatto e questa volta non vuole sprecare l’occasione.

A prescindere da cosa fai, da che tipo di vita conduci, buona o cattiva o da qualche parte nel mezzo, la morte ti sta sempre aspettando. Si inizia a morire nell’istante in cui si nasce.

Le altre tre fasi dell’elaborazione del lutto sono: contrattazione, depressione e accettazione. In questa storia le vediamo realizzarsi tutte e non solo da parte di Wallace. Lui infatti non è l’unico a dover elaborare la propria morte. Ci sono altri personaggi defunti e altri vivi che hanno perduto qualcuno. La morte, in tutte le sue forme, è la prima protagonista di questa storia ma non è necessariamente qualcosa da temere. Ci si chiede cosa si può fare in vita per meritare un aldilà di pace, se esiste il libero arbitrio o se tutto è già predestinato e noi siamo impotenti dinanzi all’inevitabile. In questo romanzo ci sono tante domande, tante riflessioni profonde che chiunque può fare proprie in un momento difficile. Soprattutto, c’è tanta speranza.

Ragazzi, ragazze e tutti gli amici non-binary

Sotto la porta dei sussurri è un libro molto poetico e inclusivo con personaggi di diversa origine etnica e orientamento sessuale. Ogni parola è ponderata per far sentire a proprio agio ciascun lettore e per questo scopo Klune si è servito del lavoro dei sensitivity reader, ovvero lettori che verificano la correttezza di un manoscritto rispetto alle minoranze. Mai come oggi queste figure risultano importanti grazie al loro contributo a rendere il linguaggio nei libri sempre più attento e rispettoso.

L’autore continua il lavoro iniziato con La casa sul mare celeste per dare una svolta alla narrazione del genere fantasy. In maniera molto naturale, ricorre a personaggi della comunità LGBTQ+ senza doverne dare giustificazione o mostrare necessariamente un percorso di accettazione e coming out. Come per tutti i personaggi etero l’orientamento sessuale non è un fattore rilevante ai fini della storia. Inoltre, anche in questo caso, descrive protagonisti fuori dai canoni di bellezza standard, evidenziandone i difetti piuttosto che i pregi. Per un romanzo che trasuda, anche se in maniera appena accennata, una certa carica erotica non è un aspetto scontato.

Il ritmo della narrazione è piuttosto lento per la scarna presenza di scene d’azione, proprio come una lunga attesa, ma non è mai noioso grazie all’incalzare dei dialoghi che sono il punto forte della storia. Ci si sofferma sulle sensazioni dei vari personaggi, sui loro percorsi personali e interpersonali. Alcuni potranno trovare questa storia fin troppo stucchevole ma è necessario a trasmettere un messaggio che sia totalmente positivo.

Sotto la porta dei sussurri: a Eric.

Come rivela Klune stesso, questo è un romanzo molto intimo nato dal bisogno di indagare il dolore per la perdita di una persona cara. Un percorso che non ha portato alla guarigione ma che sicuramente è stato terapeutico e gli ha donato un briciolo di speranza in più. L’autore ci fa dono di un pezzo della sua anima, condividendo con i propri lettori quel dolore della vita che prima o poi coinvolge tutti. E quindi questo libro è per Eric e per tutte le persone che abbiamo amato e abbiamo dovuto lasciare andare, nella speranza che possano essersi risvegliati in un posto strano.