
Prendiamo lo spirito di un B-Movie, una trama che fa l’occhiolino a Dal tramonto all’alba, i dialoghi scorretti di Garth Ennis, azione travolgente e otteniamo Sullivan’s Sluggers. Il duo Mark Andrew Smith e James Stokoe confezionano una graphic novel adrenalinica, diretta e tanto, davvero tanto, divertente. Saldapress porta in Italia una storia horror, dalle forti tinte splatter e ironiche, senza contare poi tutte le influenze e le citazioni che si ritrovano all’interno. Sì, ce ne sono parecchie.
Facciamo una piccola premessa: non si tratta di un capolavoro. E probabilmente non è nemmeno l’obiettivo degli autori. Se da una parte non si incontrano difetti da sottolineare, dall’altra si affronta una storia che non è per tutti – probabilmente la godranno pienamente coloro che hanno un background che scava a fondo nel fumetto, nel cinema, nella musica. Parliamo di vero e proprio underground, quello sbroccato e esagerato un po’ figlio della Troma. Solo per questi motivi, Sullivan’s Sluggers dovrebbe aver già convinto il lettore più punk.
Orrore in prima base!
Casey Sullivan era una leggenda nel baseball, un atleta amato e stimato da tutti finché la sua vita precipita in un vortice di vizi e fallimenti a causa di un “errore” sul campo. Da lì tutto inizia a andare a rotoli. Diventa così il coach di una squadra di disperati, vecchie glorie che vagano in giro per gli States in cerca di match con cui guadagnare qualcosa. Soldi e fama sembrano un miraggio lontano, impossibile da raggiungere.
La squadra finisce a Malice, una decadente cittadina del Texas. Quando il sole tramonta scoprono di essere finiti in un vero e proprio inferno. Gli abitanti si trasformano in mostri giganti e ipertrofici, guidati da una fame insaziabile. Inizia una spietata resistenza contro queste creature che svelerà gli oscuri segreti di Malice e del suo passato. Il compito del coach sarà quello di salvare i membri del suo team, ma già nei primi scontri questo compito si rivelerà più difficile del previsto. Già è difficile guidare una squadra così disastrata, figurarsi tenerla in vita.
Un B-Movie che diventa graphic novel.
Già a una prima lettura si sente quanto gli autori si siano divertiti nella stesura di Sullivan’s Sluggers. Lo spirito è tipico di quelle pellicole realizzate per puro diletto, senza tanti vezzi artistici, dove una trama semplice cede lo spazio a elementi esagerati, con il solo fine di intrattenere: scene d’azione, splatter e dialoghi totalmente sbroccati. I personaggi rispecchiano i cliché tipici del genere. C’è l’allenatore fallito e dedito all’alcol, il protagonista che cambia vita per realizzare i suoi sogni, il villain che diventa una creatura mostruosa a causa di un orrendo peccato di cui si è macchiato. Anche in queste pagine, il Texas non perdona.
Sullivan’s Sluggers è una corsa contro il tempo, un combattimento all’ultimo sangue con katane, motoseghe – il fantasma di Ash Williams è sempre presente e ne rendiamo grazie – e dinamite. Queste armi non potevano mancare. La storia è accompagnata da uno stile grezzo, capace di unire la tradizione dei comics americani con elementi ed estetiche del fumetto giapponese. Le tavole hanno quel sapore underground che spinge la narrazione in un climax sempre più esagerato. Menzione d’onore per i mostri, un mix tra effetti speciali a basso budget e la versione storpiata de La Cosa. Impossibile non amarli.
Fine dei giochi!
Sullivan’s Slugger è una graphic novel esplosiva, corretta e dannatamente divertente. Gli amanti dei cinema più bizzarro e scanzonato apprezzeranno questa storia e il mood con cui è stata realizzata. Nulla di rivoluzionario o che faccia gridare al miracolo, ma del tutto godibile. Sì, il finale e la storia possono essere molto prevedibili sotto diversi aspetti, ma a un certo punto non si presta nemmeno attenzione a questi particolari. Si tifa solamente per la squadra e si vuole più sangue. Written and directed by Lloyd Kaufman, magari un giorno.