
La vita non è facile. Ma va vissuta. Alcune volte rende felici, altre molto meno. Dalla vita, con i suoi alti e bassi, si imparano lezioni che danno forza. La vita non è facile, soprattutto se vivi in un Giappone del XXI secolo. What a Wonderful World! di Inio Asano, in Italia per Planet Manga, si sviluppa come una concept-story che intreccia numerosi personaggi e temi insieme per proporre una visione sfaccettata del Giappone attuale e del suo futuro.
Toga ha lasciato l’università e vive con una tartaruga in un vecchio appartamento. Hozumi tormenta i più deboli. Sciroppo vuole diventare un uccello. Asano, maestro nell’intrecciare vite, ci narra le loro storie e quelle di altri ragazzi che cercano di non arrendersi in una Tokyo caotica e straniante.
“Ho deciso Hotta! Va’ a tingerti i capelli di biondo! Sì… metteremo su quella band…“
Da sempre, il Giappone ed i suoi abitanti suscitano curiosità, nel corso della storia è capitato che questi potessero alimentare false credenze e pregiudizi. Un paese, con i suoi abitanti, sicuramente affascinante e misterioso. La realtà, senza essere negativa, è molto più complessa rispetto a una prima impressione che può avere un turista che lo visita in due settimane, o all’immagine costruita artificialmente a partire dall’incontro con la sua cultura popolare attraverso lo studio della lingua, i manga, la musica e il cibo.
Si è prima o poi obbligati a constatare che questo Paese e i suoi abitanti sono ancora poco conosciuti, nonostante il fatto che verso il mondo nipponico esista attualmente una profonda simpatia senza che ci sia modo di spiegare veramente ciò che la motiva. Ma dunque, è così facile essere giapponesi nel XXI secolo? A quanto pare no. O comunque non del tutto. Il sommissimo maestro Asano, con What a Wonderful World! ci apre qualche centimetro di prospettiva – alla sua maniera – su come alcune vite “sopravvivono” all’incertezza della vita.
Ciò che accomuna i personaggi di questo manga infatti, è la volontà di ribellarsi alle angherie dei prepotenti, all’intolleranza e alla cattiveria della gente. Il racconto corre veloce e denso, e Inio Asano, come il suo solito, ha la capacità di imprimere inaspettate accelerazioni alla storia, che lasciano di stucco il lettore e rendono alla perfezione l’atmosfera esistenziale avvelenata e violenta, ma con improvvisi squarci di poesia, emozione e profondità della moderna metropoli giapponese.
“Mentre andavo a scuola, ho visto i soffioni volare via sospinti dal vento.”
Ed è proprio la grande capacità del sensei ad avvicinare il lettore verso questo crescendo narrativo e quindi ad accostarlo al senso ideologico dell’opera stessa. Asano è perfettamente in sintonia con l’ironia con cui descrive e scrive le dinamiche e le meccaniche presenti nelle storie in What a Wonderful World!.
Una prospettiva sottile incentrata anche sul razzismo e la violenza dipingendo un ritratto dello stato delle cose agli albori del Giappone del terzo millennio ponendo al suo interno situazioni umane corrose e con tutti i suoi alti e bassi. Quanti manga avete letto dove il primo incipit è l’immagine di una società giapponese distrutta? Asano, nella stessa maniera, crea il paradosso attraverso la semplicità. Non sente il bisogno di raccontare scenari apocalittici, ma semplicemente raccontare le cose come sono in maniera razionale.
Lo scherma narrativo con cui Inio Asano vi porterà a conoscere questi personaggi, potrebbe un po’ destabilizzarvi. Questo accade perché “salta da un binario all’altro” utilizzando più toni. Alcune di queste storie sono toccanti, altre molto cupe e cosi via. Forse, alcuni lettori, potrebbero trovare un po’ dispersivo What a Wonderful World! che a primo acchito può sembrare una semplice raccolta di racconti, ma alla fine di questo primo volume si intuisce che tutto andrà verso un unico obiettivo.
“Bisogna dare molta importanza a ogni giorno.”
Non sprecherò tante parole nel parlare dei disegni del maestro. Questo perché ormai è talmente conosciuto che mi sembrerebbe riduttivo e no sense, provare a descrivere la sua arte. Fatevi bastare: spettacolare. Se proprio devo essere onesto l’unica nota negativa sta nella piccola difficoltà nel distinguere un personaggio dall’altro, si somigliano un po’ tutti. Ma questa è anche una cosa comune tra i mangaka. Basta pensare ad un altro mostro sacro del panorama della nona arte come Urasawa. Capirete da voi che questa è davvero una piccolezza visto lo spessore dell’opera.
Questa piccola difficoltà (che non è scontata per tutti, sia chiaro) non è solo dal punto di vista grafico ma soprattutto dal punto di vista della sceneggiatura. Ovvero: potreste fare fatica a ricordare come i diversi personaggi si relazionano all’interno della storia. E vi assicuro che sono davvero tanti. Perché sì. Avete capito bene. Si relazioneranno tutti tra di loro, o con alcuni di loro.
In conclusione, quest’opera è qualcosa che lentamente e silenziosamente prende forma e si trasforma in ciò che è sensibile agli occhi delle persone. Asano dà un nuovo punto di vista, proponendo che la ribellione e lo sforzo, spesso sovraumano nel “sopravvivere” alla vita, si trova nella bellezza e nella cura attenta delle nostre relazioni reciproche. Mettici sopra un po’ di stranezza all’Asano ed ottieni What a Wonderful World!.